Dacci oggi il nostro tampone quotidiano “dal basso”

Con la prorompente irruzione di quella che sin dagli albori della narrazione pandemica il potere ha iniziato a chiamare “Nuova normalità” stiamo assistendo, da oltre un anno, all’accelerazione di processi che erano in essere da decenni ma che, grazie all’emergenza sanitaria stanno avendo pieno compimento.

Parliamo della spersonalizzazione e atomizzazione dell’individuo, sempre più slegato dalle maglie del tessuto sociale, già sfilacciate da decenni di neoliberismo, ed ora definitivamente strappate dalle logiche del distanziamento sociale per decreto e della digitalizzazione dell’esistenza.

Dell’ ulteriore gerarchizzazione dei rapporti sociali, con la comparsa di una nuova casta sacerdotale che in camice bianco pontifica a reti unificate sull’evoluzione della pandemia, dicendo tutto ed il suo contrario, avendo come unici capisaldi la proiezione di scenari apocalittici, lo scarico costante di responsabilità verso i cittadini/sudditi, che con i loro irresponsabili comportamenti minano la lotta all’epidemia, e la fede messianica nel nuovo dogma: solo il vaccino potrà tirarci fuori da questo pantano.

Della definitiva militarizzazione della società, attraverso l’utilizzo di un vocabolario da stato di guerra e l’introduzione di misure proporzionali come il coprifuoco, i lasciapassare, la censura. Non è un caso se attualmente il commissario all’emergenza sia un generale che fu a capo delle forze Nato in Kosovo e del contingente nazionale in Afghanistan.

Dell’incedere inarrestabile di un nuovo pensiero unico che non accetta dubbi (ne basta uno e si diviene d’ufficio negazionisti), e meno ancora resistenze, tanto da spingersi ad imporre, momentaneamente “solo” alla categoria dei sanitari, l’obbligo di sottoporsi ad un trattamento sanitario sperimentale, che viene impropriamente definito vaccino, ma che in termini appropriati altro non è che terapia genica.

A breve i nostri spostamenti, e la possibilità di svolgere determinate attività (non ci vuole un indovino per sapere che sarà un climax) saranno definitivamente subordinati all’adesione ad un passaporto sanitario, e si intravede già sullo sfondo la destinazione prossima ventura: un comodissimo microchip sotto pelle in grado di rassicurare noi stessi e chi ci circonda riguardo il nostro stato di salute.

Questo scenario, che dovrebbe far rabbrividire anche il più benpensante dei democratici, pare non allarmare i “compagni” di Radio Onda d’Urto che, dal canto loro, per tutta risposta a questo clima d’assedio contro le più elementari libertà individuali, hanno organizzato una giornata di screening anti-Covid con tamponi rapidi gratuiti o “sospesi”, “dal basso”.

Tralasciando la controversa affidabilità dello strumento, squalificato da una grossa fetta della comunità scientifica (quella che non vedrete mai sui teleschermi), ci chiediamo a che risultati possa portare tale iniziativa.

Aderire attivamente al nuovissimo paradigma che ci vuole “non sani” fino a prova contraria, può portare esclusivamente all’amplificazione numerica di quei dati che da mesi, sbattuti in pasto all’opinione pubblica, servono ad alimentare quel clima di paura e diffidenza verso il prossimo, necessario al potere per avanzare senza resistenze sul cammino di totale dominio intrapreso.

La caccia al portatore asintomatico di un virus , senza precedenti nella storia della medicina, conduce alla determinazione di numeri che nulla significano (oltre che al forzato isolamento domiciliare di persone sane). Mediamente il 95% dei nuovi positivi giornalieri sono asintomatici e la carica virale che veicolano è talmente bassa da non poter determinare un contagio, ma solo ulteriore diffusione asintomatica, esattamente quanto di più auspicabile per poter arrivare a coesistere con questo nuovo virus, come del resto la specie umana ha fatto con migliaia di suoi simili . Un concetto quello della non contagiosità degli asintomatici esposto qualche mese orsono in una conferenza stampa persino dal responsabile tecnico dell’OMS Maria Van Kerkhove (dichiarazioni poi nebulosamente ritrattate il giorno seguente).

Senza il principio cardine centrato sulla pericolosità dell’asintomatico, tutta la narrazione pandemica crollerebbe dalle fondamenta . Quindi si continua dogmaticamente ad insistere sull’effettuazione di oramai quasi 400 mila test giornalieri, utilizzando poi in laboratorio per i molecolari cicli di amplificazione esasperati (quanti esattamente non ci è dato sapere ma pare si aggirino fra i 35 ed i 40, nonostante lo stesso brevettatore abbia indicato che oltre i 25 cicli perdano qualsiasi valore diagnostico) per arrivare a determinare decine di migliaia di “positivi” giornalieri. E’ evidente che modulando i cicli di amplificazione , su cui non esiste alcuna trasparenza ed informazione, si può arrivare facilmente a determinare l’andamento dei dati a proprio piacimento.

A tal proposito dovrebbe farci riflettere il passaggio repentino della Sardegna da zona bianca a zona rossa poche settimane fa dopo l’arrivo degli ispettori del ministero.

L’Italia ha al momento investito quasi 4 miliardi di euro in quest’opera di screening di massa, cifra che avrebbe potuto garantire la costruzione di 7 ospedali di grandi dimensioni (a tal proposito ricordiamo che il sistema sanitario italiano è in affanno da ben prima del COVID, grazie a tagli di oltre 20 miliardi in dieci anni, operati dalla stessa classe dirigente che ora ci vuole salvare la pelle ad ogni costo).

Invece di ingrossare questa filiera, meglio farebbero i “compagni” della Radio a mobilitarsi per la battaglia sulle cure a domicilio, ed appoggiare attivamente quei medici di base che da mesi si battono per poter curare in scienza e coscienza con protocolli certificati dai successi avuti sui loro pazienti, senza doversi attenere alle deleterie indicazioni del Ministero della Sanità, ferme da mesi a tachipirina e vigile attesa.

Gli anticorpi contro la narrazione mainstream, dovrebbero essere garantiti nell’ambiente Radio ed affini da una semplice analisi marxista dei fenomeni. Nel processo totalitario in corso , che noi riteniamo un evoluzione della lotta di classe dall’alto non è difficile constatare chi si stia esasperatamente arricchendo e guadagnando posizioni di potere. Basterebbe dare un occhio ai fatturati delle 10 più grandi multinazionali al mondo durante il periodo pandemico (fra loro vi sono anche le entità che erogano oltre l’ 80% dei finanziamenti di organi ritenuti indipendenti come OMS e AIFA).

Senza questi anticorpi si rischia di accettare acriticamente qualsiasi consegna, lanciandosi in attività che non sono in assoluto di interesse popolare (inteso come classe) .

Arrivando ad emulare quei socialisti che chiedevano a gran voce l’intervento italiano durante la prima guerra mondiale, in nome di un bene comune e superiore chiamato Patria ( è noto a tutti come andò a finire per i proletari italiani, e quale figura di spicco del novecento emerse fuoriuscendo poi da quella corrente).

Perché arrivati poi a questi livelli, “dal basso” diviene solo indice della profondità dell’abisso conformista in cui si è precipitati.

Winston, Aprile 2021.

 

Foto 1: 2 soldati e un equino con maschera antigas durante la prima guerra mondiale.

Foto 2: tratta dall’articolo BRESCIA108 TAMPONI DI CUI 4 RISULTATI POSITIVI. IL BILANCIO DELLA GIORNATA DI SCREENING DAL BASSO del 17.04.2021 sito radiondadurto.org

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