Archive for Maggio, 2021

Tempi moderni. Tempi di pandemia.

venerdì, Maggio 14th, 2021
Ciò che – già prima della pandemia- si stava rivelando sempre più efficiente era ed è la struttura repressiva.
Innumerevoli gli atti volti a spegnere qualunque forma di dissenso sul nascere:
In primis la super diffusione della paura nella gente;
Le tecnologie militari come il teaser: considerato non letale e perciò spesso visto  sostituito ai richiami verbali. Nonostante siano molti i casi di morti successive ai forti shock;
Gente -pronta in qualsiasi momento!- a chiamare un autorità che intervenga per far rispettare il DECORO! Nel caso qualcun* esca dagli schemi e dagli standard di una normalità sempre più fumosa;
Paura e intolleranza diffusa tiene in piedi tutto ciò.
Psicofarmaci vengono assunti in forma privata, nelle carceri, nei cpr, nei cie,  rems, spdc, crt come non mai!
per sedare la gente e tenerla buona! Dove finisce l’essere umano?
Numerosi sono i casi di Trattamento Sanitario Obbligatorio, dove la leggenda dello psicoreato assume le sue sembianze complete nella realtà.
Se una persona soffre e magari arriva all’esaurimento nervoso è triste sapere che se non ha dietro una rete d’aiuto, conoscenze, amicizie sincere e persone solidali, può finire nei guai.
A chiunque può capitare un periodo difficile della vita. Per qualcun* se non ascoltat* può significare morte.
Reparti, carceri, cie fanno da anni vittime.
Tutt* possiamo avere dei problemi come tutt* purtroppo in una sventura possiamo subire l’abuso da parte della divisa e delle istituzioni.
 La rete capillare repressiva è riuscita ad arrivare a tutte le età, a trovare problemi che prima non venivano nemmeno considerati (vedi i disturbi dell’attenzione).
I numerosi ricorsi a misure speciali – tra gli ultimi casi la richiesta di sorveglianza speciale per Boba a Torino: gli inquirenti argomentano reputando inneggianti alla rivolta alcuni versi, citati da un personaggio del libro che avrebbe scritto “Io non sono come voi”.
Si criminalizza il pensiero e ciò è inquietante.
Per non trovarsi soli o sole ad affrontare questo presente è necessario e fondamentale crearsi appunto una rete di amicizie o collettivi che possa rimanere unita di fronte alle situazioni. Molto spesso, dove non ci sono testimonianze e solidarietà attiva, può finire veramente male per un individuo. Un clamoroso silenzio dona ancor più potere a queste lorde mani dominanti.
Gli esempi di abusi di potere purtroppo sono innumerevoli.
Nessun* deve più finire come Francesco Mastrogiovanni, morto dopo un tso, nell’ignoranza e indifferenza, legato al letto. Come spesso accade in molti reparti dove vigono tutt’ora protocolli di contenzione meccanica al letto o l’elettroschock, ora chiamato “terapia elettroconvulsionante con pre sedazione”.
Come la sorte di Andrea Soldi, morto durante il procedimento di ricovero coatto in un parco di Torino, strozzato dai vigili urbani attivati dopo la segnalazione del padre alla mancata presenza al richiamo farmacologico perchè per far partire un tso basta una qualsiasi segnalazione)
Scegliamo veramente ciò che è meglio per noi, lottiamo senza cedere, stando attenti e critici con ciò che ci circonda.
Non sentiamoci intoccabili (non è così!)
facendo barricate
 contro il NULLA
-guidato dal soldo,
dal virtuale
e dai neurolettici-
che avanza…
Angelo

Sbatti il mostro in prima pagina

domenica, Maggio 2nd, 2021

E’ di pochi giorni fa la notizia dell’emissione dei mandati di cattura e del fermo in Francia di una decina di appartenenti ad alcune delle realtà rivoluzionarie degli anni 70 la rifugiatisi da decenni.

Questi militanti conducevano vite ordinarie e alla luce del sole concesse da quella che è passata alla storia come la “Dottrina Mitterrand”che dalla metà degli anni 80 ha garantito l’asilo politico ai rifugiati d’oltralpe per atti di natura violenta ma d’ispirazione politica. Lo stato francese al tempo ritenne che sia le conduzioni dei processi e che le pene applicate dal sistema giuridico italiano ma anche le condizioni carcerarie non fossero compatibili con i principi dello stato di diritto francese. Inoltre considerò questa sorta di protezione anche in virtù del fatto che se si fosse concesso l’espatrio queste persone non avrebbero avuto diritto ad un nuovo processo ma sarebbero state incarcerare per scontare le pene affibbiate dai processi condotti in contumacia, spesso senza avvocati difensori.

Una critica in primis al sistema che già allora era considerato il tritacarne che anche oggi è, certificato se mai ce ne fosse ancora bisogno dalla recente condanna della corte dei diritti dell’uomo al regime di ergastolo ostativo, all’accanimento di buona parte della magistratura ben orientata alla repressione e alle vergognose e criminali condizioni di sovrappopolamento e di gestione delle carceri italiane.

La dottrina Mitterrand era stata messa in discussione già nel 2004 dal consiglio di stato francese, massimo organo giurisdizionale amministrativo e consultivo della repubblica francese e poi da una sentenza della corte europea e ciò ha avuto come risultato numerosi arresti tra cui questi ultimi.

Queste valutazioni di principio sono molto pericolose, togliere l’appoggio e lo spazio d’azione per chi non intende uniformarsi alla violenza degli argini democratici e che così faticherà sempre più a trovare protezione o solidarietà anche a livello giuridico è un vulnus dei principi basilari della giustizia.

Impedire ad uno stato di esprimere un giudizio e prendere decisioni basate su un’analisi del merito del sistema giuridico di un’altro stato è un pericoloso precedente. Ed è proprio la schizofrenica dicotomia della corte europea dei diritti dell’uomo che deve farci riflettere; da un lato condanna l’Italia per il suo sistema giustizialista e dall’altro permette che vengano arrestati e condotti a scontare delle pene attribuite proprio dalle leggi poco prima condannate ci deve far riflettere sul ruolo di questi organismi, sul senso reale di giustizia e sulla vendetta applicata dallo stato.

Una vendetta violenta ben rappresentata da quei sadici cosplayer (indossatori di costumi) pronti ad azzannare alla gola e mostrare a reti unificate la bestia catturata come è accaduto per Battisti quando gli allora ministri dell’interno e della giustizia si sono presentati fuori dall’aereo vestiti con l’uniforme della polizia e della polizia penitenziaria privando il prigioniero di quelle garanzie che lo stato e i suoi servitori dovrebbero per primi dare.

Il tutto a decenni da quei fatti, da quei processi e da quel ciclo, da quel percorso politico e rivoluzionario che ha visto lo stato vincere utilizzando però le peggiori armi che di giustizia non avevano nemmeno l’ombra.

Non dimentichiamo che molte e molti latitanti o beneficiari di asilo politico sono dovuti fuggire in Francia per dei reati di opinione, per le condannate subite come mandanti morali e non materiali di certi fatti. Ci deve fare riflettere il filo rosso che lega la necessità di togliere quelle dimensioni di dissenso e lo spazio di protezione per estendere al massimo la giustizia del manganello troppo spesso preventiva.

Per la digos friulana denunciare pubblicamente la gestione del covid nelle carceri ed esprimere solidarietà ai detenuti in rivolta o solidarizzare con le compagne e i compagni inquisiti è sufficiente per aprire le indagini per oltraggio e istigazione a delinquere, un abominio che anche un sincero democratico dovrebbe non tollerare perché l’avvicinamento agli psico-reati di orwelliana memoria pare prossimo.

Già il giorno successivo gli arresti i prigionieri sono stati tutti scarcerati in regime di libertà vigilata in attesa delle varie pronunciazioni per l’estradizione che non verranno pare entro 2 anni.

A 40 anni di distanza i conti con la storia non si cancellano sbattendo il mostro in prima pagina, ma analizzando le responsabilità di tutti i soggetti di questa vicenda soprattutto dello statopartendo dagli anni di politiche e leggi inumane che dagli anni ’70 hanno reso e rendono il sistema giuridico e carcerario classista, torturatore e realmente terrorista.

Pernice Nera