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Vaccino e moschetto, democratico perfetto!

giovedì, Marzo 24th, 2022

Dell’attitudine terribilmente reazionaria dei cosiddetti democratici ne abbiamo parlato in numerosi scritti pubblicati su questo blog che spaziavano dalla questione memorialistica dalla prima guerra mondiale, passando per la Resistenza arrivando poi alla questione confine orientale ma anche a quella della gestione “pandemica” e che li ha sempre visti come avanguardie della repressione e della falsificazione storica.

In questi giorni i novelli istituti “Lvce”, i mezzi di informazione del regime democratico, solo per un soffio sono riusciti ad allinearsi alla nuova narrazione belligerante che spezzando le reni al racconto pandemico ha in brevissimo recuperato il terreno che pareva perso e a reti unificate ha dichiarato la nuova guerra che questa disgraziata terra si sta trovando a combattere.

E dopo la battaglia al covid, col petto gonfio, il perfetto democratico dopo avere sostenuto leggi emergenziali, isolamento, segregazione sociale e un lasciapassare che di sanitario ha ben poco tant’è che tuttora è lontano dall’essere tolto, in nome della sicurezza e di una presunta libertà, ha tolto il cerotto dal braccio punturato ha indossato l’elmetto e imbracciato il fucile.

Il parlamento contro oltre ogni sua legge, contro pure la costituzione più bella del mondo, la stessa che viene utilizzata o evocata come un magico talismano o una taumaturgica reliquia ad uso e consumo del caso, di fronte alle operazioni russe (esecrabili come ogni guerra d’invasione) ha votato a spron battuto l’invio di armi in Ucraina e senza un minimo dibattito o discussione ha aumentato la spese militare che sarà pari al 2% del Pil, pari a circa 36 miliardi l’anno.

E senza porsi nemmeno una domanda completamente refrattari ad una analisi che considerasse non diciamo l’ultimo secolo ma almeno gli ultimi otto anni questi ipocriti democratici hanno così mostrato il loro essere pacifisti a corrente alternata.

E così da noti democratici abbiamo sentito stigmatizzare chi non si sia allineato a questa narrazione e a questa svolta guerrafondaia tacciandoli come pericolosi disertori, con l’accezione tipica di chi la diserzione non l’ha mai accettata e la guerra, l’idea militarista della società, in fin dei conti l’ha sempre sostenuta.

Il grande varietà bellico si è completato pochi giorni fa con la diretta alla camera del presidente ucraino accolto, ascoltato e omaggiato con 92 minuti di applausi. Peggio è andata a quei mostri, immediatamente sbattuti in prima pagina, che hanno avuto la sola colpa di declinare l’invito di applaudire a reti unificate e non hanno partecipato all’imperdibile show.

Oggi ci troviamo ad affrontare un’economia di guerra fatta di razionamenti, dell’ennesimo stato di emergenza militare che così può giustificare qualsiasi abominio e di un invio di armi forse prologo all’invio di truppe e manna per le aziende armiere principali contribuenti al Pil nazionale, in parte grazie all’assenza di un movimento per la pace che nel ‘900 ci ha contraddistinto e che dobbiamo con forza ricostruire e grazie all’ipocrisia dell’intero arco parlamentare che della pace poco importa e che sa quanto la guerra, all’economia occidentale malata terminale, faccia bene.

Ma il democratico queste cose non le vuole sapere.

Putin oggi è il nemico su cui concentrare i quotidiani 2 minuti di odio, indossando l’elmetto della propaganda resistente a qualsiasi dubbio e imbracciando le armi spuntate del vaccino e del moschetto che per questo democratico perfetto, sempre in prima linea a combattere il nemico di turno, rappresentano l’immunizzazione dalla più terribile delle malattie che lo può affliggere: la Libertà.

Lunga vita ai disertori, ai sabotatori e a chi della guerra non ne vuole sentire parlare e che della pace ne fa una ragione di vita.