Decreto insicurezza bis

Con il presente scritto vogliamo proseguire l’analisi delle politiche securitarie approvate dal governo giallo verde in perfetta continuità con i precedenti governi, analisi trattata in questi quattro articoli pubblicati su questo giornale negli scorsi mesi.

Lo scorso cinque agosto il senato, con votazione compatta della maggioranza (movimento 5 stelle e lega) e voto contrario dell’opposizione, dato più da posizioni politiche che di reale opposizione nel merito, ha approvato il decreto sicurezza bis.
Lo stesso è stato immediatamente firmato dal presidente della repubblica Mattarella, che, subito dopo averlo firmato ne ha espresso particolari rilievi, chiedendo al parlamento di apportarvi alcune modifiche.
Analisi svolte da enti terzi hanno riscontrato evidenti violazioni della Costituzione e, come se non bastasse, hanno riscontrato violazioni anche di una decina di accordi e trattati internazionali, tra cui la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), la Convenzione europea sui diritti dell’uomo (1950), la Convenzione sullo Statuto dei rifugiati o Convenzione di Ginevra (1951), la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966), il Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966), la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo (1979), la Convenzione Onu sul diritto del mare (1982), la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000).
Il contenuto del decreto e le sue criticità erano ben note, la firma del presidente della repubblica poteva e doveva essere evitata, a maggior ragione quando queste politiche vanno a influire sulla vita o sulla morte di uomini e donne. La più alta carica dello stato questa attenzione la doveva avere.
Ma queste forse non sono valutazioni di nostra competenza quindi vediamo nel dettaglio cosa è il decreto sicurezza bis.
Il testo è composto da diciotto articoli che vanno a normare le due tematiche a cuore di questo governo, l’emigrazione e la repressione del dissenso nelle sue diverse forme di espressione.
Sul tema emigrazione sono state inasprite le sanzioni per chi offre solidarietà, con pene assolutamente sproporzionate.
E’ prevista una sanzione va da 150 mila euro fino a un milione per il comandante della nave “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane” con l’aggiunta del sequestro della nave.
Non deve essere dimenticato che in gioco ci sia sempre la vita di qualche disperato.
Sono inoltre stati stanziati 500 mila euro per il 2019, un milione di euro per il 2020 e un milione e mezzo per il 2021 per il contrasto al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per operazioni di polizia sotto copertura.
Ma la cosa forse più vergognosa è che questo decreto abbia dato proprio al ministro dell’Interno (con un piccolissimo conflitto di interessi) il potere di applicazione di queste norme; testualmente, il ministro dell’interno “può limitare o vietare l’ingresso il transito o la sosta di navi nel mare territoriale” per motivi di sicurezza, quando si pensa che sia stato violato il testo unico sull’immigrazione e sia stato compiuto il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
I dati dello stesso ministero, dipartimento di pubblica sicurezza, pubblicati il quattordici agosto certificano che dal primo gennaio siano sbarcate in Italia 4269 persone.
Che questi decreti, queste politiche, siano fatti per puri interessi elettorali è alquanto palese.
Per quanto riguarda la repressione del dissenso sono state praticamente raddoppiate tutte le pene per chi, durante manifestazioni pubbliche, compie atti che potrebbero comportare un pericolo della sicurezza dei partecipanti come il travisamento, l’utilizzo di petardi o fuochi e ed è stata aggravata la posizione per i condannati per devastazione e saccheggio.
Devastazione sono le grandi opere come il tav o il disastro del ponte Morandi, e saccheggio è l’ilva di Taranto o le tangenti legate alle grandi opere.
Il decreto sicurezza bis ha inoltre introdotto l’obbligo di comunicare all’autorità di pubblica sicurezza entro le ventiquattro ore, le generalità delle persone ospitate negli alberghi o in altre strutture recettive. Un passo avanti verso il grande fratello.
Sul tema repressione vogliamo ricordare che è dai fatti di Genova del 2001, dove lo stato italiano è stato condannato dai tribunali internazionali per tortura per i fatti della scuola Diaz o della caserma di Bolzaneto che si è più volte chiesto, oltre ad un’assunzione di responsabilità, una legge che la rendesse illegale e parallelamente è da molto che si chiede che le forze dell’ordine siano dotate dei numeri identificativi, come tra l’altra accade in quasi tutti i paesi europei.
Ma la risposta è che la sicurezza è un fatto unidirezionale.
Significativa è la storia di Paolo Scaroni che nel 2005 è stato macellato dalle fdo in stazione a Verona dopo la partita Verona Brescia e reso invalido al cento per cento e che, dopo quattordici anni non abbia visto alcuna condanna per i suoi carnefici. A luglio sono stati assolti per insufficienza di prove ed ha avuto un risarcimento di più di un milione di euro.

Lo stato che si assolve e che è pronto a pagare un rimborso, perché la vita delle persone, siano esse migranti, solidali o vittime di soprusi per lo stato è una mera questione economica.

La solidarietà espressa e praticata da chi lotta per un futuro migliore, non può essere monetizzata, troppo alti sono quei sentimenti di libertà e solidarietà, troppa è l’umanità per questa classe politica ben rappresentata da chi, con la bava alla bocca, brama sicurezza trovando sempre nel più povero il nemico da combattere.

Un pensiero per tante e tante riflessioni.

Valsabbin* Refrattar*

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