Armi di distrazione di massa

A poco più di 2 mesi dalla comparsa del virus in Italia è forse giunto il tempo di fare un primo bilancio.

In 25 anni di governi regionali di destra, dal 1995 con Formigoni e poi con Maroni ed ora Fontana, gli ultimi 2 in quota lega, abbiamo assistito al fiorire della sanità privata a scapito della pubblica e dalla pubblicizzazione del sistema sanitario lombardo definito come eccellenza italiana.

Eccellenza che spolpata di tecnologie e competenze in questi giorni di virus ha seriamente rischiato il collasso, evitato grazie sacrificio del personale sanitario, peraltro già martoriato precedentemente da tagli e precariato.

Un sistema che ha comunque avuto dei buchi neri nel controllo della diffusione del virus, come nel caso delle Rsa e delle strutture che accolgono anziani, lasciate in balia di se stesse fin dai primi giorni, quando già era chiaro che il virus aveva un’incidenza maggiore sugli anziani. Senza dpi, istruzioni e tamponi in molte strutture è accaduto il peggio, come nel caso della Rsa di Quinzano d’Oglio (Bs) dove si sono contati 33 morti sulle 80 persone ospitate.

Tamponi che anche nelle Rsa della Valle sabbia sono stati effettuati solo nei primi giorni di aprile.

Il sistema sanitario lombardo che ha dato risposte diverse rispetto ad altre regioni, come il Veneto o l’Emilia e che già oggi i primi studi dimostrano che come l’isolamento forzato e l’ospedalizzazione anziché la prevenzione attraverso tamponi abbiano avuto effetti negativi sia dal punto di vista umano che economico.

E di fronte a queste responsabilità, a cosa stiamo assistendo?

Assistiamo con l’abilità tipica di chi ha fatto della politica una professione da un lato allo spostamento delle colpe della diffusione del virus da una dimensione collettiva a una personale, droni inseguono i runner in città e il focus è incentrato su chi esce di casa senza un motivo apparente e non su Confindustria che fin da subito ha insistito e ottenuto, che le attività produttive non si fermassero. O che nell’elenco delle aziende definite strategiche rientrasse la Leonardo che, il 29 marzo, ha riaperto la fabbrica di Cameri dove vengono prodotti i caccia militari F35.

E dall’altro lato vediamo profilarsi all’orizzonte il nuovo nemico da odiare verso cui incanalare tutto il malessere in questi anni accumulato e che in questi giorni di reclusione si è acuito.

Dopo i terroni e i negri è giunta l’ora dell’Europa, crudele entità che gode nel vederci soffrire e che nemmeno di fronte a questa emergenza non fa nulla per aiutarci. E gli stessi oggi attaccano e che minacciano di uscire dall’Europa sono gli stessi che da decenni siedono nei banchi di quel parlamento e che prendendo mensilmente lo stipendio hanno saputo solo collezionare il maggiore numero di assenze nelle riunione e nelle commissioni dove vengono discusse le sorti anche del’Italia. Un’ipocrisia fin troppo evidente.

E non che la loro controparte politica abbia fatto meglio. Negli occhi abbiamo ancora la manifestazione pro tav di Torino e nelle nostre memoria le politiche liberiste della sinistra. Una sequela di provvedimenti per dirottare risorse dalla salute ad un sistema partitico e economico malato.

I migranti, i diversi, l’Europa o un supposto benessere collettivo sono lo specchietto per le allodole utilizzati per sviare l’attenzione dalle reali cause e dalle responsabilità dei problemi che affliggono la società e col fine di lasciare inalterato lo status quo al comando.

E quindi, guidati da chi in questi anni ha portato a questa situazione non ci resta che, nei quotidiani due minuti di odio, odiare con forza lo spauracchio di turno e oggi accettare passivamente di stare chiusi in casa o di contagiarsi in fabbrica, distratti dalla peggiore arma di distrazione di massa, la politica.

Valsabbin* Refrettar*

 

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