Il giorno della memoria

Mi ha stupito oggi ascoltare tante parole e leggere sui social e non solo molti post e condivisioni, tante frasi cariche di significato, tanti aforismi così ludici nel trasmettere dei sentimenti, riguardanti la ricorrenza del giorno della memoria, giornata internazionale istituita, nel giorno della liberazione dei russi del campo di eliminazione di Auschwitz, per ricordare le vittime dell’olocausto.

Mi ha stupito in positivo perché ho percepito (povero illuso…) che forse un certo sentimento di sdegno rispetto a quei fatti è comune e assodato in buona parte della nostra società ma parallelamente mi ha fatto fare un pensiero amaro rispetto a chi oggi, nel concreto e nella quotidianità, continua ad opporsi a quegli abomini umani.

Sono fortunatamente molti, ma nello specifico parlo delle donne e degli uomini che hanno imbracciato le armi del coraggio e della coerenza e sono andati a combattere militarmente un concetto fascista di società, un regime autoritario e patriarcale e che dalle placide vite di uno stato occidentale sono andate e andati in Curdistan contro lo stato islamico e la Turchia.

Loro hanno fatto tesoro della Memoria che permette di conoscere i meccanismi che hanno portato all’instaurarsi del fascismo, che fa capire come si sia affermato e come sia stato assorbito più o meno passivamente dalla gente e che ha avuto come triste epilogo l’olocausto che in questa giornata vuole essere ricordato.

E lo stato lo sa ed è per questo che li ha pagati con una moneta molto simile al conio degli anni 30 e 40.

A queste persone è stata affibbiata la sorveglianza speciale, provvedimento che viene direttamente dall’impianto repressivo del codice Rocco approvato in piena era fascista e tranquillamente riproposto senza che nessuno se ne preoccupi, anche oggi.

Credo sia proprio quando dalla memoria si passi all’azione che l’essenza stessa del concetto di stato emerga insieme all’ipocrisia della libertà concessa e che non può tollerare che oltre all’apparenza di un post o di un sentire si vada poi nella pratica quotidiana.

Ed è per questo che viene usato il bastone della repressione nei confronti di coloro che hanno saputo andare oltre alla commozione e al raccoglimento che questa giornata riserva e in prima persona si sono messi in gioco e hanno messo in gioco il bene più prezioso che abbiamo, la vita e il nostro amore per difendere l’idea universale di libertà e per bloccare sul nascere le basi che portano ad un certo futuro nuovo olocausto.

Senza scomodare Brecht o Martin Niemöller del prima verranno gli zingari e poi, quando tutti saranno presi, non verrà più nessuno a salvarci, assolutamente pertinente per questa giornata, voglio concludere con questa breve riflessione:

la Memoria oltre a darci la forza e la consapevolezza per evitare di commettere gli stessi errori del passato, ci rende consapevoli che la nostra Libertà passa solo dal nostro impegno diretto e quotidiano, ricordando le vittime, odiando i carnefici e smascherando le ipocrisie fondamento del fascismo insito nell’idea stessa di stato.

Pernice Nera

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