Ma quale cura?

Ad un anno e mezzo dall’inizio della narrazione pandemica si profila all’orizzonte l’alba della nuova “normalità”, fatta di lasciapassare sanitari, vaccinazioni obbligatorie e uno stato d’eccezione che sembra ormai imminente.

In questa situazione abbiamo pensato di concentrarci sui temi che la propaganda governativa ha utilizzato per rendere necessarie queste misure e con questo scritto faremo il parallelo tra le quelle che sono le principali morti in Italia, le loro cause e quelle attribuite alla Sars Covid19.

Lo scorso agosto l’Istat ha pubblicato i report statistici sui numeri e sulle cause di morte in Italia nel quinquennio 2015-2020. Grande eco è stato dato all’aumento delle morti, pari a 49mila unità, attribuito al covid nel periodo di marzo -aprile 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Oggi, settembre 2021, secondo i dati ufficiali, assolutamente squalificati, attribuiscono 130000 morti al Covid19, senza però specificare se le persone sono decedute per o con. Un caso forse non così isolato è il motociclista morto in un incidente stradale conteggiato come vittima covid perché risultato positivo al tampone.

Questi numeri hanno messo in secondo piano il preoccupante trend delle principali cause di morte che, sempre nella stessa rilevazione dell’Istat, vedono tristemente al primo posto le malattie del sistema circolatorio (ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari) 230.283 vite, i tumori  186.495 vite, le malattie del sistema respiratorio 52.905 vite e per i disturbi psichici e comportamentali 24.252 vite (l’elenco è molto più lungo ma preferiamo fermarci qui).

Se a questi numeri aggiungiamo la vera pandemia che sta colpendo l’Italia e buona parte dei paesi occidentali, ossia la demenza, che solo nel bel paese conta un milione di uomini e donne colpiti di cui 600.000 con demenza di Alzheimer e che vincola  circa 3 milioni di persone alla cura e all’assistenza non possiamo che pensare a quale sia la direzione che la sanità ha preso in questi anni e quanto le nostre esistenze siano salutari.

Il tema sanità l’abbiamo già affrontato in molti scritti, la direzione presa negli ultimi decenni, volta alla sostenibilità economica e quindi all’accentramento dei servizi e delle decisioni ha portato un generale impoverimento del servizio.

Ad oggi poi le scelte di ricerca e sviluppo prese dai vari istituti nazionali e internazionali di medicina, troppo spesso finanziati o in partnership con le più note case farmaceutiche, sono state finalizzate alla produzione di farmaci e terapie sempre più specifici in grado di garantire al paziente l’aumento dell’aspettativa di vita di pochi mesi o settimane con investimenti considerevolissimi. Una sanità volta alla cura con dei farmaci sempre più costosi o terapie invasive e non alla prevenzione il cui modello, utilizzato nella gestione del Covid19  ha causato non poche morti, certo dettate da quella contingenza, ma che oggi, a un anno e mezzo di distanza da Codogno e Vò non sembra assolutamente variato.

Non lo è nel momento in cui alla iniziale pezza messa con la precipitosa aggiunta di nuovi posti in terapia intensiva e semi- intensiva, pochissime assunzioni e forniture di attrezzature e strumentazioni, vediamo come si sia già ritornati ad una normalità dove a prevalere non sono i servizi ma sono i conti.

Vediamo così come le scelte colpose più economiche o disimpegnanti, tachipirina e vigile attesa, vengano ancora preferite alle cure domiciliari non ancora approvate o meglio valutate dal principale organo decisionale, il  comitato tecnico scientifico che però continua nella sua crociata vaccinista, con la ormai prossima estensione dell’obbligo ai bambini.

Scelte nuovamente volte alla cura e non alla prevenzione, in perfetta linea con le omissioni riguardanti le comorbilitá che hanno favorito e delle concause che hanno portato alle morti da covid19.

Oggi sappiamo che buona parte delle cause di morte derivano da stili di vita sbagliati che causano sovrappeso, diabete, problemi cardiocircolatori e tumori e che portano a stati infiammatori perenni. Una situazione che permette l’aumento della virulenza e della letalità di numerose malattie tra cui la Sars Covid19.

È necessario contestare la narrazione che svia il tema e che mentre parla di popolazione sempre più vecchia, solo del numero di morti e che cerca continuamente l’untore, prima nel runner ora il fantomatico no vax, omette colposamente le responsabilità date dalle nostre abitudini di vita errate, del sistema sanitario volto all’utile e del sistema produttivo cancerogeno e mortale, che inquina l’aria, l’acqua e le nostre esistenze.

Pensare che possano essere solo dei farmaci a farci vivere meglio o che possa essere solo un vaccino ad immunizzarci da questa infezione è necessario perché la nostra speranza di vita passa dalla scelta tra un mondo libero e sano o sanificato.

E la direzione è ovvia, e dipende solo da Noi e dal nostro impegno.

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