25 Aprile Sempre

È proprio prendendo spunto dal nome della neocostituita rete che vogliamo partire per fare una riflessione su cosa può significare oggi questa giornata e quali sentimenti ci devono accompagnare affinché le idee, l’esempio e i sentimenti portati dalla Resistenza possano davvero essere parte integrante delle nostre vite.

I sentimenti che guidavano i partigiani della banda Dante della Val Caffaro e delle tante altre bande montanare che hanno portato i disertori tedeschi fuggiti dagli ospedali o dalle strutture di cura del Garda o i prigionieri russi, inglesi, americani fuggiti tra i tanti dal campi di concentramento di Vestone fino in Svizzera. Gli stessi sentimenti li troviamo nelle persone che oggi aiutano altre persone braccate dalla legge ad attraversare quelle linee immaginarie chiamate confini. Li troviamo ai valichi alpini con la Francia, militarizzati per impedire a queste persone a questa umanità di pretendere ciò che noi abbiamo già e un futuro migliore e dignitoso.

Ieri come oggi i sentimenti di solidarietà spingono giovani interzionalist* in Kurdistan ad inseguire un sogno fatto di giustizia uguaglianza e liberà, mettendo in gioco la cosa più importante per ognun* di noi, la vita.

La stessa messa in gioco da Ippolito Boschi “Ferro” che con lo stesso sentimento di fratellanza che unisce popoli lontani e che lo univa al comandante “Renato” catturato da nazifascisti e piantonato da 4 guardie all’ospedale a Salò, ha partecipato con un piccolo commando alla liberazione di Renato ed è morto.

La vita l’hanno rischiata anche le donne che hanno murato in casa il corpo del ribelle per amore morto; ma è stata rischiata anche dagli uomini e dalle donne comuni che allora hanno protetto, difeso e accolto nelle povere case di montagna i partigiani e i renitenti e che in cambio hanno avuto altra violenza, la deportazione o peggio la morte, come per gli internati nei campi di concentramento tedeschi morti per stenti e privazioni.

Chi forse non rischia la vita ma rischia sicuramente la propria libertà è chi si oppone al potere costituito prendendosi un daspo urbano per avere interrotto una pubblica assemblea con a tema l’ennesima grande opera e le devastazioni del territorio connesse, come è successo per gli amici e le amiche no tav del Garda, come chi viene accusato di associazione a delinquere per avere creato una rete in solidarietà a chi è povero e non può permettersi una casa o come chi la libertà l’ha persa e oggi è in carcere accusato di terrorismo o associazione sovversiva.

Questi compagni e queste compagne, dalla Sardegna, da Torino o da Trento sono accusati di fatti che se paragonati alla Resistenza verrebbero esaltati come atti di sabotaggio. Sono accusati di avere creato spazi liberi di discussione e di libero movimento per gli emigranti o sono accusati di danneggiamenti contro la più grande fabbrica italiana che è l’esercito, contro la grande opera del Tav, contro l’università di Trento che invece di creare idee e vita crea sistemi di morte o contro una sede della lega, il partito più razzista e fascista che la storia repubblicana conosce e che non a caso boicotta apertamente questa giornata.

lo stato li chiama terroristi ma sappiamo chi è il vero terrorista.

Lo sappiamo e non lo diciamo solo come slogan ma lo diciamo convintamente. Chi utilizza le università per delle ricerche finalizzate a migliorare i sistemi gps e offensivi o tecnologie per la marina o la difesa sta creando tecnologie di morte e di terrore o chi devasta territori solo per interessi economici come deve essere definito?

Queste privazioni della libertà le vediamo applicate dalle stesse istituzioni “democratiche” che affibbiano provvedimenti senza che ci siano processi, in modo arbitrario, costruendo teoremi, e in questo vediamo chiaramente come l’idea fascista della società, basata sul controllo e sull’obbedienza anche nei nostri paesi è perpetrata contro chi pratica in modo diretto il dissenso. Non è un caso e ci deve fare riflettere, che buona parte di questi provvedimenti provengano dal codice Rocco approvato in piena era fascista e recapito in toto se non acuito durante la legislazione di emergenza degli anni ’70, in pineo allarme terrorismo.

Un po’ come accadeva per i provvedimenti fascisti di confino degli oppositori politici e non, o come i provvedimenti di libertà vigilata che ieri venivano affibbiati agli oppositori politici o a chi si opponeva alla dittatura e oggi viene data a chi è andato a respirare un’aria pura e di libertà come quella della rivoluzione curda.

E proprio parlando di questi odierni partigiani internazionalisti ci congediamo con le parole estratte dalla toccante lettera d’addio scritta da Lorenzo Orsetti, internazionalista fiorentino ucciso dall’Isis in Siria.

“Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza Sono tempi difficili, lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo. Anche quanto tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni”. “E’ proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. E ricordate che “ogni tempesta comincia con una goccia”. Cercate di essere voi quella goccia. Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole”

E noi cerchiamo di esserla, il 25 Aprile e Sempre!

 

I Compagni e le Compagne

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