Il grande azzardo
alla sinistra che non c’è
a quella che gli basta governare che va tutto bene
a chi vuole la rivoluzione servendo le multinazionali del farmaco
a chi storce il naso per la green card, ma basta non parlare di vaccino perchè non si è tuttologi
a chi non è più niente perchè basta poter tornare al ristorante senza storie
COVID-19: IL GRANDE AZZARDO
Di fronte alla pandemia, abbiamo assistito dopo una prima reazione improvvisata e contraddittoria, ad un approccio che si è rivelato essere strumentale e supino ad indicazioni di organismi burocratico-tecnocrati fortemente influenzati e condizionati, a loro volta, da interessi di lobby economiche interessate alla monetizzazione del problema più che alla sua risoluzione.
Il panico, generato dall’impreparazione e favorito da un sistema sanitario (ingessato, baronale, privatistico), ha favorito indirizzi e protocolli non rivolti ad affrontare dal punto di vista delle buone pratiche mediche il virus, ma unicamente volti ad assecondare scelte rigide, eterodirette, finalizzate ad aprire la strada all’introduzione di vaccini di massa sperimentali (a prescindere dalla loro qualità) finanziati dagli stati ma brevettati dai privati, come unica soluzione possibile.
Si poteva fare questo solamente imponendo pesantissime regole d’emergenza (non per questo sempre giustificate) e cercando di dimostrare che non ci fossero alternative.
L’evidente e documentato ostracismo, dall’alto, verso ogni forma di cura immediata (sia per la prevenzione, sia in fase di insorgenza della malattia, sia in fase conclamata) ha dimostrato in modo inequivocabile la collusione tra apparato burocratico preposto alla gestione pandemica e gli interessi delle industrie farmaceutiche (e non solo) che puntavano a diventare referenti del “mercato” dell’emergenza. Rifiutarsi di vedere questo vuol dire rifiutarsi di leggere la realtà dei fatti.
Protocolli sanitari
Siamo partiti senza applicare la prima regola necessaria in casi simili: strutture ed equipe dedicate alla malattia infettiva isolate dal resto dei servizi come avvenuto in Cina, in aggiunta ad un forte monitoraggio e pronto intervento territoriale.
Abbiamo assistito all’immediata paralisi del sistema, al contagio nei reparti, nelle RSA e l’accumularsi di decine di migliaia di visite annullate o rimandate che sicuramente hanno causato il precipitare delle condizione di salute di molti malati. Anche questi morti indotti.
Abbiamo assistito a livelli di mortalità, soprattutto in Italia, molto alti e nonostante questo non si è provveduto a dare spazio a quegli esperti che proponevano, perchè conoscevano, protocolli atti a garantire un innalzamento delle capacità naturali del sistema immunitario, pratiche utili a contenere la malattia nelle sue fasi iniziali o in fase acuta. Si chiedeva la pronta applicazione (protocolli sperimentati per la sars-1 riproposti dal virologo francese Didier Raoult), e in alcuni casi la sperimentazione, di medicinali e pratiche che si sono dimostrate utili, ricevendo come risposta un
generale disinteresse nella catena di comando, disinteresse seguito da aperte denigrazioni,
boicottaggi ed espliciti divieti.
L’input era: la “vigile attesa” + ospedalizzazione dei casi che inevitabilmente si aggravavano.
Tutto questo ha comportato la morte di moltissime persone che potevano essere salvate. Non si sono inizialmente svolte indagini per capire come si sviluppava nel dettaglio la malattia e le esatte cause di morte. Pochissime autopsie, sconsigliate o vietate con motivi risibili vista la situazione.
Procedendo contro ogni logica di ricerca, si è blindata ogni attività su linee guida molto ristrette ed assolutamente inadeguate, impedendo di fatto ogni approccio complementare o alternativo a quanto si voleva imporre.
Abbiamo assistito a pazienti arrivare negli ospedali e giungere a morte in tempi brevissimi, mentre in altre situazioni, ove medici di base o strutture ospedaliere si erano strutturate in modo differente (prima che venisse loro impedito) la mortalità è risultata essere molto bassa, se non quasi nulla.
Oggi emergono valutazioni che fanno calare un’ombra oscura su quello a cui abbiamo assistito. Abbiamo assistito ad un approccio senza rigore di analisi, di valutazione e di giudizio, ove analisi, valutazione e giudizio non erano deliberatamente ricercati.
Le mancate cure
Sulle possibili cure (ostacolate) c’è ormai molta letteratura. Sull’ivermectina ad esempio, medicinale economico efficace in tutte le fasi della malattia e non pericoloso se correttamente dosato, ci sono più di 60 studi appropriati e migliaia di casi concreti. Di fatto, è molto difficile utilizzarlo in Italia. Altre sostanze (proxalutamide, fluvoxamine, povidone-iodine, budesonide, bromhexine, bamlanivimad, casirivimad-imdevimab, HCQ, nitazoxanide, colchicine, vitamina D, ecc – fonte c19early.com) e protocolli con più medicinali venivano proposti a livello internazionale
e da medici italiani.
La vicenda del divieto della preziosa Idrossiclorochina è emblematica. Prima hanno prodotto un falso studio per definirla pericolosa (è utilizzata da 70 anni) e inutile (scandalo Lancet 2020) e poi, dopo essere stati smascherati per il falso studio di discredito, non hanno cambiato politica continuando ad ostacolarla in modo energico.
Il mandante di questo linciaggio? Big Farm. Gli esecutori ? La catena di comando, tutta intera. La reazione a tutte queste proposte mediche (in evidenza già ad inizio 2020, alcune prima) è stata prima l’irrisione, poi ostracismo, boicottaggio, sino all’esplicito divieto.
La vicenda del lavoro del dott De Donno è emblematica. Sono arrivati ad insabbiare il protocollo proposto affidando la sperimentazione ad un istituto non preparato ed impossibilitato a svolgerla. Il risultato, cercato ed ottenuto, è che nessuna sperimentazione è stata avviata. Come non rendersi conto della violenza e della repressione, termine non esagerato, rispetto a tutti quei medici, ricercatori, scienziati che proponevano soluzioni non allineate agli ordini di scuderia ufficiali? A chi poneva osservazioni, dubbi o domande, sono arrivati richiami, pressioni intimidatorie e alcune radiazioni dagli ordini professionali.
Diffamazioni pubbliche, senza mai argomentare tale insensata violenza e ottusità entrando nel merito dei contenuti e delle proposte avanzate. Come non ascoltare premi nobel come Montagnier (rischia di aver ragione anche sull’origine del virus, che potrebbe non essere naturale), di incredibile esperienza quando mette in luce contraddizioni e pericoli legati ai protocolli utilizzati e sul vantaggio di quelli non utilizzati (come l’uso di vaccini BCG) ?
Come ignorare il lavoro del virologo francese Didier Raoult, tra i più prestigiosi in merito, minacciato da lobbisti delle industri farmaceutiche? O le ricerche del dott. Ryan N. Cole, anatomopatologo esperto sulla da lui dimostrata tossicità delle proteine Spike che circolano per settimane nel corpo dopo la vaccinazione, arrivando ad affermare
che è criminale vaccinare le giovani generazioni ?
D’altra parte la prassi della ricerca vorrebbe che per i vaccini sperimentali, perché di questo stiamo parlando, si dovrebbe applicare il principio “colpevole sino a prova contraria” in caso di reazioni avverse e non esattamente l’inverso come è accaduto e continua ad avvenire, ovvero “assolto ed efficace salvo prove contrarie” (che per interesse o inerzia colpevole non si cercano). O il lavoro del dott. Geert Vanden Bossche virologo indipendente ed esperto di vaccini che non è
contrario ai vaccini, MA al fatto che questi vaccini siano stati utilizzati in campagne di massa durante la pandemia, risultando quindi inappropriati e pericolosi, quali concausa della selezione delle varianti (non causa delle varianti, come vogliono mettergli in bocca, ma selezione). Tema rilanciato anche del medico Teresa Forcades che a sua volta cita il lavoro del dottor Peter McCullogh.
O le affermazioni del Dr. Michael Yeadon (ex vicepresidente di Pfizer che si è dimesso in contrasto con quanto accadeva) sull’impossibilità dei vaccini di funzionare con questi virus, non potendo impedire la neutralizzazione del virus (i governi hanno dichiarato il falso), riportando l’attenzione sul programma puramente commerciale delle case farmaceutiche che hanno già programmato i “richiami” periodici, senza neppure la necessità di studi di sicurezza clinica grazie alle coperture politiche e delle agenzie corrotte. Ha avuto modo di affermare (in riferimento ai vaccini e ai protocolli imposti) “Not One Of Those Things Is Supported By The Science”.
O la pubblicazione dei dott. Akiko Iwasaki e Yexin Yang (aprile 2020) che ricordano la possibilità dell’effetto ADE (per questi virus che per loro natura sono molto mutevoli), già riscontrato in passato in esperimenti per vaccini per la Sars-CoV e similari, ovvero che gli anticorpi specifici del vaccino inoculato si comportano come “cavalli di troia” per virus che si ripresentassero leggermente differenti, aggravando le conseguenze piuttosto che migliorandole.
Casi definiti rari, ma sarebbe dovuto essere un monito d’allarme molto serio per non procedere con
una vaccinazione di massa utilizzata nei fatti come sperimentazione al buio.
Nota: ora ci si premura di affermare che tale evenienza non si sia mostrata nelle vaccinazioni in corso, ma questo oltre a non assicurare nulla per il futuro, è la dimostrazione come tutto sia partito senza garanzie serie preliminari.
Quelli sopra citati sono tutti specialisti maniaci, fuori di testa in cerca di notorietà? Solo chi è in malafede può pensarlo. Insieme a loro centinaia di altri medici che vengono isolati dal “sapere ufficiale” con l’anatema del “novax” il nuovo simbolo d’infamia da cucire sulla casacca a chi mostra reticenza alla “verità rivelata”.
Pratica di repressione di antica origine, molto fascista/stalinista.
La domanda quindi è la seguente: perchè, in presenza di protocolli utili a prevenire e contenere gli effetti gravi del virus, si sta rischiando così tanto con una campagna vaccinale che è un terno al lotto tutt’altro che “scientifico”?
Si sta giocando con la vita di miliardi di persone solo per interessi economici e ottuso servilismo.
Un esempio su tutti della manipolazione in corso è la recente irrisione e diffamazione, su falsi presupposti, da parte della FDA (ente americano che ha autorizzato i vaccini in questione) contro l’ivermectina definendola solo un medicinale adatto ai cavalli e pericoloso per gli umani, partendo dalla vicenda di alcuni ricoveri di persone, che a causa della paura e delle mancate cure, avevano assunto senza l’ausilio di un medico medicinali veterinari contenenti quel farmaco.
Hanno usato dei drammi umani per diffamare un farmaco utile, ma concorrente. La prova provata di quanto siano deviati e devianti questi enti elevati a “dei protettori” dell’umanità.
Nota di interesse: l’ipotesi (dimostrata plausibile) che il virus sia sfuggito da un laboratorio di ricerca, invece di aprire un serio dibattito sulle regole di trasparenza e di controllo di questi centri, sembra aver infastidito anche chi cercava prove (il Covid) per dimostrare come il mondo, il suo ambiente, sia talmente compromesso da generare (partendo ad esempio dagli allevamenti intensivi, dall’inquinamento o dall’abuso di farmaci) le condizioni per un grave indebolimento dei sistemi immunitari e quindi l’insorgere, o il prevalere, di patologie una volta minoritarie sino all’insorgere di fattori pandemici. Constatazioni opportune ma che non vengono sminuite se il virus fosse frutto
dell’uomo, come già avvenuto diverse volte in passato, in quanto è una verità sotto gli occhi di tutti.
Gestione dei dati
Assistiamo ad un modo molto improprio di gestire i dati (che di per se sono sempre difficili da gestire) in una vicenda che risulta molto delicata. E’ parso subito tutto molto poco serio e credibile, sin dalla raccolta dei dati relativi a chi era deceduto “per Covid” o “con il Covid”, il numero delle infezioni, i valori percentuali, la relazione tra i dati e le pratiche nel mentre applicate, usandoli all’abbisogna solo in funzione del clamore mediatico o per sostenere idee che si volevano dimostrare o “far condividere” … tutto molto poco “scientifico”.
La fase di sperimentazione stessa dei vaccini rimane ancora oscura dal punto di vista dei dati e delle metodologie utilizzate. Di fatto si è deciso (qualcuno ha deciso in modo implicito) che la sperimentazione vera doveva essere quella della campagna d’uso di massa, MA non allestendo un serio e puntuale sistema di monitoraggio, d’indagine e verifica, la cosiddetta “sorveglianza attiva”, anche questo è stato omesso. Quindi niente sperimentazione. Uso diretto e fede cieca.
La stesso sistema di segnalazione delle reazioni avverse è risibile rimanendo spontaneo (studi hanno mostrato come in sistemi di monitoraggio simili solo il 6% delle reazioni avverse dei farmaci vengono segnalate – Hezell e Shakir 2006)
Piccoli fatti eclatanti: qualcuno a tavolino ha deciso che il mix di vaccini era auspicabile, oppure che prima si doveva servirlo molto freddo e poi bastava servirlo … anche in spiaggia, che si potevano e dovevano vaccinare anche i bambini senza che mai fossero stati inclusi nel protocollo di validazione del farmaco, che prima servivano solo due dosi e ora si parla di dosi senza fine, ecc.
I dati sono stati parte dell’azione di pressione mediatica, ma la qualità delle informazioni è l’altra faccia della medaglia da considerare. Un’unica domanda: come mai solo ora ci viene detto che i vaccini hanno efficacia a breve termine
e che non eradicano il virus permettendo la sua trasmissione e lo sviluppo della malattia?
Azzardo
In poche parole, tutto questo (vaccinazione di massa con prodotti sperimentali in piena pandemia) dal punto di vista sanitario, costituisce un azzardo per gli scenari che potrebbe aprire.
Probabilmente il più grande azzardo medico della storia dell’umanità visti i numeri in gioco. Tale azzardo, con la constatazione delle possibili cure impedite, si configura come un azzardo strumentale ad interessi puramente economici, e quindi risulta assolutamente ingiustificato e criminale. Nulla lo giustifica, di fronte ai rischi in gioco, neppure l’indimostrata riduzione della mortalità a breve periodo. Sono i destini dell’umanità nel lungo periodo che dobbiamo tutelare.
Cedere alla paura, alle false rassicurazioni, per incerti risultati nel breve periodo è egoismo. Queste paure sono state, come al solito, strumentalizzate per interessi.
Protocolli “sociali”
La scienza si basa sul confronto e l’evidenza dei fatti.
Questo palesemente è stato impedito e chi invocava la “scienza” in verità invocava la “pseudo-scienza” della coercizione. La reazione come detto è stata l’intimidazione, l’ostracismo, la denigrazione, le ritorsioni in campo lavorativo. Sospensioni, licenziamenti.
Medici costretti alla “clandestinità” per poter rispettare il Giuramento di Ippocrate. Per la vita civile e democratica abbiamo assistito alla stessa cosa. Non ci si può esporre se non si vuole subire emarginazione ed insulti.
La stampa come al solito non è imparziale e le notizie non vengono fatte circolare per autocensura o
per pressioni precise, molto forti ed incrociate.
Questo basterebbe come prova della degenerazione democratica in atto.
Ma il danno è più grave: si è giunti a far crollare degli argini che sino all’inizio della pandemia erano considerati inviolabili. L’uso, non necessario e per tempi prolungati, dello “Stato di Emergenza” è uno degli atti più gravi.
L’abuso del Green Pass, fuori dalle indicazioni europee, è un altro passaggio di particolare gravità non solo per i suoi palesi limiti – analisi giuridiche hanno infatti evidenziato la sua illegittimità mentre le sue funzioni sanitarie sono inesistenti – ma per la prospettiva che apre di patentini sanitari, l’obbligo di adesione a pratiche mediche o stati di buona salute, che possano segnare il destino dei cittadini.
Si pensi solamente alle complesse vicende della riservatezza delle informazioni mediche nel mondo del lavoro, gli aspetti assicurativi o del controllo impositivo dei propri stili di vita. Assistiamo a cori stonati (anche di ex operaisti) che predicano ed invocano la libertà di licenziamento per mancata vaccinazione, la legittimità di precludere servizi essenziali (come lo studio) in base allo status sanitario, il rendere normale l’obbligazione a pratiche medico sanitarie …
scaricando tutti i rischi e le responsabilità sui singoli (imposizioni senza responsabilità).
Il sistema che diventa padre padrone sui nostri corpi e sui nostri modelli di vita. Oggi per “necessità” pandemiche, domani per altre “necessità” o semplici convenienze. Che fine fa l’autodeterminazione (che è anche sanitaria) sancita dalla nostra Costituzione, dall’art. 1 della Carta delle Nazioni Unite e dall’art. 8 della Convenzione Europea Diritti dell’Uomo?
Si afferma che le azioni drastiche, pesantissime rispetto le limitazioni personali, erano necessarie per l’interesse pubblico. Abbiamo visto che questo non era, viste le alternative, del tutto vero e soprattutto questo poteva e doveva avvenire con modalità differenti, con livelli di coerenza differenti, in modo più mirato, senza azzardi.
La libertà che si invoca non è quella del fare “quel cavolo che ci pare”, ma di essere rispettati come cittadini ed esseri umani, e di non essere presi in giro, non essere cavie e merce di scambio nel supermercato della salute. E’ mancata la trasparenza, è mancata la coerenza, è mancata la proporzionalità delle azioni e la giustificazione dimostrata delle stesse.
Rimangono gli argini distrutti.
Nota. Lo Stato di Emergenza è servito solo per controllare i cittadini e non per incidere in modo diretto ed utile sul controllo delle speculazioni commerciali ed economiche legate alla pandemia, sul nicchiare delle strutture sanitarie private o su altri aspetti più strutturali e legati a vecchi vizi.
La vicenda dei DPI sanitari ne è un esempio. La mancata azione forte per realizzare strutture provvisorie, di emergenza, per la gestione della prima fase (come fatto in Cina) è un altro esempio, ma il più grande sono i miliardi di dollari che stanno facendo sulle nostre vite.
La sinistra
In Italia la sinistra (o pseudo tale) pare tra i cani da guardia più disciplinati di quello che è accaduto e accade. Incredibile e disarmante per chi si sente appartenere a quella famiglia culturale e politica. Il motivo? La paura? Basta per giustificare questa cecità? Forse è che la gestione (giustamente) è in mano allo stato (inteso come ente pubblico), o meglio pare esserlo, e la sinistra ha sempre creduto nel pubblico e ha sempre invocato l’intervento del pubblico per risolvere i problemi. Ad esso ci si affida.
Un mettersi a disposizione che è stato però un “abbassa la testa e tira” … come i somari. Non si è voluto vedere che questo stato (nella sua articolazione) è asservito a processi decisionali e procedure che a loro volta sono asservite e sono funzionali ad interessi che non sono quelli dei cittadini, della salute, dell’ambiente, ma quelli speculativi.
In questo caso l’emergenza sanitaria e in generale l’avere sempre più utenti (malati o sani che siano) a cui vendere comunque farmaci o servizi sanitari.
In questa emergenza il lavoro che si sarebbe dovuto fare era proprio quello di affrancare il pubblico da questi processi e procedure parassitarie, eterodirette, per ridisegnare lo stato a misura di cittadino e d’interesse pubblico.
Non riconoscerlo, non ammetterlo, fare di tutto per non vederlo dimostra la totale inadeguatezza di tutto il panorama della sinistra italiana. Alcuni sono consapevoli dei meccanismi di potere (reale), delle carenze e deviazioni del sistema sanitario, dei reali interessi in gioco manon riescono a concludere il discorso riconoscendo che ciò che è accaduto ed accade è proprio il frutto di quello stato di cose, che è esattamente ciò che loro affermano che non dovrebbe accadere e che li stanno accompagnando nel raggiungimento dei loro obiettivi.
Tacciono o peggio collaborano attivamente nel consolidare la menzogna, la coercizione e l’azzardo.
In questo modo difendono lo status quo e lo assecondano accodandosi al coro dei servi utili.
A.V. liberi in corpus liberi
fine estate 2021
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