A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?

Il processo di sospensione a tempo indeterminato delle più elementari libertà collettive ed individuali, che da un anno e mezzo a questa parte ci sta aggredendo, viaggia ad una velocità tale da lasciar presagire l’imminente soppressione degli ultimi già risicati spazi di agibilità politica e di dissenso.

I presupposti per una società totalitaria e dell’ iper controllo sono stati rapidamente gettati, grazie alla strumentalizzazione politica di una crisi sanitaria, che ha portato ad uno stato di perenne emergenzialità, capace di far passare come inderogabili scelte sanitarie le più meschine decisioni politiche. Di scientifico in questa vicenda vi è unicamente la volontà di profitto e assoggettamento, portata avanti da gruppi finanziari il cui potere e giro di affari si sono talmente ingigantiti negli ultimi decenni da permetter loro di gettar la maschera, arrivando così alla manifesta intenzione di superare la democrazia rappresentativa per come è stata conosciuta in occidente.

La società civile, abilmente narcotizzata da decenni di TV spazzatura, e messa in crisi nei suoi legami concreti da un aumento esponenziale della vita digitale (è lì che bisogna ricercare le basi del distanziamento sociale che ora si cerca di imporre per decreto) sembra oramai in buona parte disposta ad accettare qualsiasi sopruso e digerire qualsiasi panzana.

Ed è così, che delle terapie geniche sperimentali, impropriamente chiamate vaccini, possono essere imposte a delle categorie di lavoratori in attesa di essere estese come conditio sine qua non per poter svolgere qualsiasi ruolo nella società.
Come detto di scientifico non vi è nulla. Si insiste a reti unificate parlando di una campagna di immunizzazione, tesa al raggiungimento di una fantomatica immunità di gregge, mentre persino gli svendutissimi enti preposti al controllo, come l’ Agenzia del Farmaco, ammettono candidamente che questi preparati genici non forniscono alcuna sterilizzazione dall’infezione ed hanno nella migliore delle ipotesi la capacità di impedire lo sviluppo della malattia in forma grave (risultato che potrebbe essere facilmente ottenuto seguendo i documentati protocolli del censuratissimo Comitato Cure Precoci Covid).

Questi presupposti avrebbero al massimo potuto giustificare la somministrazione a persone ritenute a rischio (la media di età riguardo la mortalità per/con Covid in Italia resta di 82 anni e concerne persone con oltre 2 serie patologie pregresse), ed invece si scatena una campagna di obbligo surrettizio a partire dai 12 anni. Facendo  criminalmente leva sull’introduzione di uno strumento discriminatorio che, in nome della libertà collettiva (sic), priva chiunque non intenda ricevere il sacramento di quelli che fino a poco tempo fà si consideravano inalienabili diritti. Chi si piega a questi ricatti ( rinunciando in oltre de facto con una liberatoria ad ogni possibile rivalsa in caso di danni subiti) credendo di uscire dalla gabbia si infila in una gabbia più stretta.

Per chi intende resistere è tempo di scendere nelle piazze, di unirsi in quella che non è certo una battaglia di categorie. L’ unico possibile argine a questa deriva autoritaria può essere la manifestazione di una sovranità popolare nelle strade e nei luoghi di lavoro, prossimo fronte caldo di uno scontro dove il sistema la fa già da padrone grazie all’ormai dilagante estensione di forme di precariato, che espongono il lavoratore a una indegna costante ricattabilità.

Queste mobilitazioni devono essere accompagnate da una costante campagna di sensibilizzazione con chi ci circonda.

Il passaparola popolare sta rendendo manifesti i numerosi effetti avversi più o meno gravi legati a questi preparati genici, ovviando alla censura mainstrem, e oramai la gran maggioranza conosce direttamente qualcuno che può farne testimonianza. Riguardo il medio lungo termine l’incognita è totale.

La speranza è che persino gli individui più acritici un giorno si rendano conto di essere trattati come polli in batteria.
La terza dose si profila all’orizzonte. Ne seguirà una quarta….

I loro numeri e le lettere greche possono tenerci compagnia per lungo tempo. Per chi non si accontenta di una mera sopravvivenza biologica è tempo di dire basta.
Fino a quando saremo disposti a tollerare tutto questo??

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