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La strategia della tensione

lunedì, Ottobre 11th, 2021

Una premessa doverosa e probabilmente superflua per chi in questi anni si è approcciato a questo blog: con i fascisti di qualsiasi sorta non abbiamo nulla da condividere e il disprezzo nei loro confronti è grande quanto quello di chi li sta veicolando.

Detto ciò sui fatti di Roma, quando sabato 9 ottobre in occasione della manifestazione nazionale no green pass un gruppo di fascisti si è messo alla testa del corteo e sotto la sede della cgil di Roma ha contribuito a sfondarne il portone, abbiamo una riflessione da fare.

A Roma quell’accozzaglia neo fascista ha fin dai primi presidi spontanei chiamati dopo il decreto del 23 luglio contenente l’obbligatorietà del green pass e la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre 2021, presenziato a questi con l’esplicito intendo di mettere il cappello sulle auto indette manifestazioni. E fin da subito è stato lasciata agire indisturbato se non incentivata e sostenuta anche in considerazione della concessione di piazza del popolo a Roma.

Già assurdo è pensare come queste persone, colpite da una serie lunga di misure restrittive, deprecabili che non intendiamo avallare nemmeno nei confronti dei fascisti, come daspo, fogli di via e libertà vigilata abbiano potuto, lo scorso sabato, mettersi in prima linea in una delle manifestazioni più grosse indette contro il certificato verde e non siano state in alcun modo limitate nel loro agire da parte delle autorità deputate al controllo.

Autorità che, sicuramente informate, hanno attraverso chirurgici lanci di lacrimogeni e infiltrati (già è divenuto virale il video di uno di questi fedeli servitori che prima picchia un manifestante già fermato e poi è colto nello scuotere un furgone della polizia) esacerbato la situazione contribuendo ad orientare la piazza.

E l’utile idiota fascista proprio a questo è servito, delegittimare qualsiasi critica al lasciapassare sanitario agli occhi dei moderati e centristi di sorta e sollevare i sindacati concertativi, di cui la cgil è tra i principali, dalle responsabilità che sui tema narrazione e restrizioni pandemiche hanno.

Sarebbe sufficiente anche un’analisi superficiale per capire che questi provvedimenti (stato d’emergenza e lasciapassare sanitario in primis) non sono un tentativo di mettere un limite alla pandemia, che almeno nei numeri oggi non c’è, ma un regalo ai padroni e al loro potere di ricatto.

Ma questo sindacato che della lotta e della difesa dei lavoratori non ha che l’ ereditá di un tempo che non vuole ritorni (non è una caso che più della metà dei tesserati siano pensionati) e che sul tema specifico Covid ha perso bussola e forse confuso la difesa del posto di lavoro con la difesa dei lavoratori.

Un sindacato collaborazionista con il governo e i suoi provvedimenti (ad esclusione di buona parte della sua componente fiom), che in questi anni di mediazioni ha contribuito a devastare e saccheggiare il futuro di tanti lavoratori che oggi si trovano ulteriormente ricattati in considerazione anche del lasciapassare sanitario.

Chi ha vissuto in questi mesi di mobilitazioni spontanee ha potuto constatare la variegata composizione dei partecipanti e delle idee e delle motivazioni che li hanno spinti a protestare. Tante diversità accomunate dalla contrarietà all’obbligo di esibizione della certificazione verde e alle dinamiche decisionali parlamentari.

La retorica dei media di regime, strepitosi trombettieri del re Draghi, oggi strilla alla criminalizzazione di decine di migliaia di persone che in centinaia di piazze italiane sono scese pacificamente per protestare paragonandoli ai fascisti di forza nuova; ora che hanno trovato l’utile idiota e la pistola fumante, rappresentata dall’ ”assalto” alla sede della cgil potranno così dare il giro di vite che tanto serve per allineare anche gli altri pericolosi eversivi al nuovo pensiero unico del credere, obbedire, vaccinare.

Qualche anno fa questa situazione l’avrebbero chiamata con un nome specifico: la strategia della tensione che se da un lato serve per delegittimare qualsiasi forma di dissenso dall’altro sdogana una gestione della cosa pubblica illiberale, autoreferenziale e contro qualsiasi dinamica democratica.

In una parola: fascista.

Valsabbin* Refrattar*

Cronologia pandemica vol. I

sabato, Ottobre 9th, 2021

Ad un anno e mezzo dall’inizio della pandemia la cronologia divisa in stagioni dei fatti più importanti che hanno caratterizzato la discesa verso il baratro liberticida che oggi vede l’obbligo di esibire un lasciapassare sanitario per accedere ai luoghi di cultura, socialità, bar e ristoranti e dal 15 ottobre per recarsi sul luogo di lavoro.

INVERNO 2019-2020

Primi bollettini di una guerra pianificata

31 dicembre: le autorità cinesi comunicano all’Oms (organizzazione mondiale sanità) l’emergenza, nell’area urbana di Wuhan, di alcuni casi di una polmonite fino ad allora sconosciuta

8 gennaio: il ministero della salute italiano attiva dei controlli sui voli provenienti inizialmente da Wuhan e successivamente dall’intera Cina

30 gennaio: primi 2 casi di Covid-19 accertati in Italia; una coppia di turisti cinesi in ferie a Roma risultano positivi

31 gennaio: il presidente del consiglio Conte dichiara l’emergenza sanitaria e con delibera del consiglio dei ministri viene dichiarato lo stato d’emergenza per la durata di 6 mesi

19 febbraio si gioca a Milano la partita di calcio Atalanta-Valencia

21-22 febbraio: i primi focolai di Covid-19 sono rilevati a Codogno e il giorno dopo a Vò e Casalpusterlengo

23 febbraio: primo dpcm: quarantena obbligatoria per gli abitanti di 11 comuni del nord Italia, oltre 50000 le persone coinvolte

1 marzo: altro dpcm che prevede l’estensione della zona rossa ad alcune regioni, provincie e comuni

5 marzo: viene sospesa su tutto il territorio nazionale la didattica in presenza

7 marzo: l’Italia si è suddivisa in colori, la regione Lombardia diviene zona rossa

8-9 marzo: vengono messe in quarantena 26 province del nord Italia, fra cui tutte quelle lombarde

9 marzo: lockdown! Con un nuovo dpcm viene esteso a tutta Italia il divieto di spostamento per motivi non necessari, la sospensione delle attività e centri sportivi, manifestazioni ed eventi culturali. Il paese precipita nel confinamento obbligato e fa conoscenza con il coprifuoco.

11 marzo: nuovo dpcm, l’amara caramella del #iorestoacasa che prevede la sospensione di alcune attività commerciali al dettaglio, dei servizi di ristorazione, delle celebrazioni religiose e vieta gli assembramenti di persone in luoghi pubblici e privati

17 marzo: il governo Conte II istituisce, con decreto legge n.18, la figura del Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure sanitarie di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19

18 marzo: fa il giro del mondo la foto dei camion militari che trasportano le bare a Bergamo

20 marzo: la fiera dell’ipocrisia. Per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale alle ore 11.00 tutte le radio trasmettono brani legati all’immaginario collettivo nazionale

 

PRIMAVERA 2020

La strategia della confusione

22 marzo: dpcm che prevede la sospensione di buona parte delle attività produttive e vieta ai cittadini di spostarsi in un comune diverso da quello in cui si trovano

10 aprile: le misure del lockdown vengono allungate estese al 3 maggio

26 aprile: viene annunciata la fase 2. Un nuovo dpcm dal 4 maggio 2020, in seguito alla discesa della curva dei contagi, allenta le misure di contenimento, consentendo gli spostamenti per le visite ai congiunti (all’interno del territorio regionale), l’apertura dei parchi pubblici e la ripresa di diverse attività produttive

29 aprile: l’Enac con una nota autorizza le forze dell’ordine all’utilizzo di droni per monitorare gli spostamenti dei cittadini nei diversi territori comunali

2 maggio: una circolare del ministero della salute da indicazioni di difficile comprensione (leggasi fortemente sconsigliato) riguardanti il divieto o la possibilità di effettuare le autopsie ai morti covid

4 maggio: al via la possibilità di incontrare i congiunti. L’assenza di una definizione della parola congiunti crea ulteriore confusione, ovviamente voluta

18 maggio: in tutta Italia riaprono gli esercizi commerciali al dettaglio, musei, attività quali bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici, e vengono consentite le celebrazioni religiose, si può circolare senza autocertificazione

25 maggio: riaprono i centri sportivi e dal 3 giugno è permessa la libera circolazione tra regioni.

11 giugno: si susseguono i dpcm volti ad allentare le misure restrittive; viene comunicata la fase 3 aprono teatri, cinema, sale giochi e centri culturali e sociali

15 giugno: decade l’obbligo di indossare all’aperto la mascherina, ma non ovunque

15 giugno: viene lanciata l’app Immuni destinata ad un sicuro fallimento

 

ESTATE-AUTUNNO 2020

La seconda ondata… repressiva.

10 luglio: in Lombardia vengono tolti alcuni divieti riguardanti le chiusure di discoteche e la possibilità di fare sport di squadra e di contatto

14 luglio: dpcm che proroga le misure introdotte con dpcm dell’11 giugno, inizialmente fino alla fine del mese, poi fino al 7 settembre e infine fino al 7 ottobre

29 luglio: il giorno in cui viene toccata la quota minore di ricoverati in terapia intensiva, 38 persone, viene prorogato lo stato di emergenza al 15 ottobre

16 agosto: la curva dei contagi torna a salire, gli italiani sono in vacanza. Il Billionare di Porto Cervo balza alle cronache per i 52 lavoratori positivi al coronavirus, un dpcm chiude le discoteche

Agosto: si attestano a decine di migliaia i tamponi giornalieri effettuati

14-24 settembre: in modo scalare riaprono le scuole in presenza, grazie ai bachi a rotelle!

7 ottobre: delibera del consiglio dei ministri proroga lo stato di emergenza al 31 gennaio 2021

13 ottobre: tornano le mascherine obbligatorie sia all’aperto che al chiuso

19 ottobre: nuovo dpcm che prevede una nuova stretta per la socialità con misure stringenti per bar, ristoranti, sport di contatto, scuole, didattica a distanza e smart working; viene introdotta la possibilità di chiudere strade e piazze in caso di assembramenti dopo le ore 21.00

24 ottobre: nuovo dpcm, vengono chiuse le palestre e le piscine “risparmiate” dal decreto precedente e viene incrementata la didattica a distanza

29 ottobre: le autorità sanitarie italiane rifiutano l’impiego di anticorpi monoclonali ceduti gratuitamente da una nota multinazionale americana .

4 novembre: dpcm che divide l’Italia in zone di diverso colore

9 novembre: la corsa al vaccino è vinta da Pfizer e Biontech che annunciano la produzione di un vaccino efficace al 90%

novembre-dicembre: migliaia di visoni vengono abbattuti in tutta Europa, in particolare in Danimarca e Olanda perché positivi al covid

18 dicembre: il governo italiano vara il decreto Natale, nessun regalo sotto l’albero, ma l’ennesima stretta repressiva nei giorni festivi tra Natale e l’Epifania

 

INVERNO 2020-2021

Affermazione della nuova religione vaccinale.

25 dicembre: le prime 9.750 dosi di vaccino attraversano il Brennero la mattina di Natale scortate dai Carabinieri

27 dicembre: all’istituto Spallanzani di Roma vengono inoculate le prime dosi del vaccino Pfizer

14 gennaio: dpcm proroga lo stato di emergenza fino al 30 aprile; tante attività e centri sportivi restano chiusi fino al 3 marzo mentre fino al 15 febbraio viene vietato ogni spostamento in entrata e uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome e viene istituita anche la “zona bianca” per le aree dove il numero dei contagi è molto basso

2 febbraio: con colpevole ritardo l’ Aifa (Agenzia italiana del farmaco) da il via libera all’utilizzo di due anticorpi monoclonali per il trattamento della Sars Covid-19

13 febbraio: dopo le dimissioni di Conte si insedia un nuovo governo guidato dall’ex presidente della banca centrale europea Mario Draghi

26 febbraio: l’aumento dei contagi spinge il governo all’emanazione dell’ennesimo dpcm che contiene misure restrittive valide fino al 4 aprile, Pasqua. I criteri che prevedono il passaggio in zona rossa della regioni sono più stringenti

1 marzo: nomina da parte di Draghi del generale degli alpini ed ex Nato, Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid subentrando a Domenico Arcuri

5 marzo: primo dpcm Draghi non cambia il sistema a fasce colorate e lo stop agli spostamenti tra regioni

8 marzo: ad un anno dal primo lockdown in molte regioni italiane le scuole chiudono tornando alla didattica a distanza

15 marzo: diversi paesi europei sospendono le somministrazioni del vaccino Astrazeneca

19 marzo: approvazione del cosiddetto decreto sostegni, ulteriore regalo al sussidistan del padronato nazionale

 

PRIMAVERA-ESTATE 2021

L’accelerazione lasciapassare sanitario

16 aprile: calano in Italia contagi e ospedalizzazioni e le vaccinazioni si attestano ad una media di 300 mila al giorno

22 aprile: viene prolungato lo stato di emergenza al 31 luglio 2021 e vengono ripristinate le zone gialle

26 aprile: lo spostamento tra regioni è consentito solo se muniti di pass, anticipatore del certificato verde

giugno 2021: si profila all’orizzonte la variante indiana, chiamata poi Delta

10 giugno: l’Italia tocca il picco di vaccinazioni nelle 24 ore con più di 631mila somministrazioni

11 giugno: il Cts blocca la somministrazione del vaccino Astrazeneca ai minori di 60 anni

21 giugno: definitiva abolizione del coprifuoco

1 luglio: arriva il green pass europeo necessario per spostarsi tra stati; sarà rilasciato ai vaccinati o a chi ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico

23 luglio: il nuovo decreto introduce l’obbligatorietà del green pass in determinate circostanze e proroga lo stato di emergenza al 31 dicembre 2021

26 luglio: numerosissime città italiane si mobilitano contro il lasciapassare sanitario e gli obblighi vaccinali

26 luglio: viene trovato senza vita il corpo del medico Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova e ideatore del metodo di cura con il plasma iper immune

6 agosto: entra in l’obbligo di possesso e esibizione del certificato verde o green pass per i servizi di ristorazione al chiuso, spettacoli culturali, musei, eventi sportivi e numerosi altri luoghi

4 settembre: droni in spiaggia controllano la temperatura ai turisti

 

AUTUNNO 2021

Normalizzazione dei trattamenti sanitari obbligatori

22 settembre: l’Ue firma un contratto di acquisto per 5 nuovi anticorpi monoclonali, che dovrebbero essere utilizzati a partire da ottobre

23 settembre: Draghi firma il dpcm che rende obbligatoria la certificazione verde per accedere ai luoghi di lavoro, sia nel pubblico che nel privato. Chi non lo mostrerà sarà sospeso dal lavoro

25 settembre: prime cariche contro i manifestanti che protestano contro il lasciapassare sanitario e l’obbligo vaccinale

2 ottobre: dopo 2 mesi proseguono incessanti le proteste. Sale la tensione

6 ottobre: parte in ordine sparso la somministrazione della terza dose con il vaccino antinfluenzale

7 ottobre: viene aperta un’inchiesta dalla corte dei conti per danno erariale sul mancato utilizzo delle terapie a base di anticorpi monoclonali a partire dall’autunno 2020

 

Appello ai vaccinati

mercoledì, Settembre 29th, 2021

Care e cari che da un lato della piazza ci state guardando.

Ascoltate le nostre istanze.

Con la vostra scelta di farvi inoculare un vaccino avete in cuore vostro contribuito a contenere la diffusione del virus del covid 19 ma molti altri sono i pericoli che oggi si profilano all’orizzonte.

In primis un lasciapassare sanitario che nulla ha di democratico e che, oltre alle giuste speculazioni sociali riguardanti la possibile e prossima istituzione di uno stato di controllo fondato sulla discriminazione, è pensato per spingere le persone alla vaccinazione e non per contenere il virus.

In secundis la miopia nel pensare che il vaccino che avete scelto di inocularvi non potrà in alcun modo proteggervi dall’insorgere di nuove varianti.

È un’evidenza in considerazione del fatto che parte della scienza ufficiale ha negli anni dimostrato con dei modelli matematici e non solo che la vaccinazione in periodo pandemico è una delle concause che portano il virus a mutare e quindi è una questione di tempo prima che una nuova variante sarà in grado di bucare la protezione di questa prima campagna. E se a questo aggiungiamo che buona parte del mondo, del secondo e terzo mondo, non potendo pagare i vaccini è lasciato in balia di se stesso da chi si riempie la bocca della parola sanità universale e anche il portafogli, si ha la certezza che a breve una nuova variante arriverà.

E se da un lato la pandemia si è potuta espandere grazie alle politiche di decennale spolpamento della sanità pubblica, con scelte politiche unicamente volte alla cura e non alla prevenzione e orientate all’accentramento dei servizi per ottimizzare i costi anziché prevedere una sanità di territorio che può mettere in atto politiche attive, è chiaro come la nuova variante, a queste condizioni troverà un terreno favorevole alla sua propagazione.

Non è un caso che la propaganda dei principali media sia incentrata solo contro chi liberamente e legalmente ha scelto di non vaccinarsi o che rifiuta il passaporto verde (liberamente e legalmente rimettendoci del proprio) anziché evidenziate come i posti nelle terapie intensive e semi intensive siano stati gradualmente tolti, come la sanità di territorio che agisce a livello preventivo sia in balia di se stessa e come non siano ancora state ufficializzate e rese fruibili le numerose cure al covid.

Per queste ragioni senza una vera e reale presa di posizione nei confronti della difesa di questo servizio universale è certo che la vostra vaccinazione avrà sicuramente i giorni contati, la vostra scelta libera o sotto il ricatto di non vivere la vostra socialità, cultura e il lavoro sarà stata vana (non che forse lo possa non essere).

Vaccinati non attaccate chi ha fatto una scelta diversa dalla vostra, lottate perché oltre alla libertà di tutte e tutti possa esistere una sanità slegata da chi questa crisi l’ha causata, voluta e pianificata.

Crisi che oggi viene pagata con le nostra vita, le nostre libertà e con la nostra divisione.

Ma quale cura?

domenica, Settembre 26th, 2021

Ad un anno e mezzo dall’inizio della narrazione pandemica si profila all’orizzonte l’alba della nuova “normalità”, fatta di lasciapassare sanitari, vaccinazioni obbligatorie e uno stato d’eccezione che sembra ormai imminente.

In questa situazione abbiamo pensato di concentrarci sui temi che la propaganda governativa ha utilizzato per rendere necessarie queste misure e con questo scritto faremo il parallelo tra le quelle che sono le principali morti in Italia, le loro cause e quelle attribuite alla Sars Covid19.

Lo scorso agosto l’Istat ha pubblicato i report statistici sui numeri e sulle cause di morte in Italia nel quinquennio 2015-2020. Grande eco è stato dato all’aumento delle morti, pari a 49mila unità, attribuito al covid nel periodo di marzo -aprile 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Oggi, settembre 2021, secondo i dati ufficiali, assolutamente squalificati, attribuiscono 130000 morti al Covid19, senza però specificare se le persone sono decedute per o con. Un caso forse non così isolato è il motociclista morto in un incidente stradale conteggiato come vittima covid perché risultato positivo al tampone.

Questi numeri hanno messo in secondo piano il preoccupante trend delle principali cause di morte che, sempre nella stessa rilevazione dell’Istat, vedono tristemente al primo posto le malattie del sistema circolatorio (ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari) 230.283 vite, i tumori  186.495 vite, le malattie del sistema respiratorio 52.905 vite e per i disturbi psichici e comportamentali 24.252 vite (l’elenco è molto più lungo ma preferiamo fermarci qui).

Se a questi numeri aggiungiamo la vera pandemia che sta colpendo l’Italia e buona parte dei paesi occidentali, ossia la demenza, che solo nel bel paese conta un milione di uomini e donne colpiti di cui 600.000 con demenza di Alzheimer e che vincola  circa 3 milioni di persone alla cura e all’assistenza non possiamo che pensare a quale sia la direzione che la sanità ha preso in questi anni e quanto le nostre esistenze siano salutari.

Il tema sanità l’abbiamo già affrontato in molti scritti, la direzione presa negli ultimi decenni, volta alla sostenibilità economica e quindi all’accentramento dei servizi e delle decisioni ha portato un generale impoverimento del servizio.

Ad oggi poi le scelte di ricerca e sviluppo prese dai vari istituti nazionali e internazionali di medicina, troppo spesso finanziati o in partnership con le più note case farmaceutiche, sono state finalizzate alla produzione di farmaci e terapie sempre più specifici in grado di garantire al paziente l’aumento dell’aspettativa di vita di pochi mesi o settimane con investimenti considerevolissimi. Una sanità volta alla cura con dei farmaci sempre più costosi o terapie invasive e non alla prevenzione il cui modello, utilizzato nella gestione del Covid19  ha causato non poche morti, certo dettate da quella contingenza, ma che oggi, a un anno e mezzo di distanza da Codogno e Vò non sembra assolutamente variato.

Non lo è nel momento in cui alla iniziale pezza messa con la precipitosa aggiunta di nuovi posti in terapia intensiva e semi- intensiva, pochissime assunzioni e forniture di attrezzature e strumentazioni, vediamo come si sia già ritornati ad una normalità dove a prevalere non sono i servizi ma sono i conti.

Vediamo così come le scelte colpose più economiche o disimpegnanti, tachipirina e vigile attesa, vengano ancora preferite alle cure domiciliari non ancora approvate o meglio valutate dal principale organo decisionale, il  comitato tecnico scientifico che però continua nella sua crociata vaccinista, con la ormai prossima estensione dell’obbligo ai bambini.

Scelte nuovamente volte alla cura e non alla prevenzione, in perfetta linea con le omissioni riguardanti le comorbilitá che hanno favorito e delle concause che hanno portato alle morti da covid19.

Oggi sappiamo che buona parte delle cause di morte derivano da stili di vita sbagliati che causano sovrappeso, diabete, problemi cardiocircolatori e tumori e che portano a stati infiammatori perenni. Una situazione che permette l’aumento della virulenza e della letalità di numerose malattie tra cui la Sars Covid19.

È necessario contestare la narrazione che svia il tema e che mentre parla di popolazione sempre più vecchia, solo del numero di morti e che cerca continuamente l’untore, prima nel runner ora il fantomatico no vax, omette colposamente le responsabilità date dalle nostre abitudini di vita errate, del sistema sanitario volto all’utile e del sistema produttivo cancerogeno e mortale, che inquina l’aria, l’acqua e le nostre esistenze.

Pensare che possano essere solo dei farmaci a farci vivere meglio o che possa essere solo un vaccino ad immunizzarci da questa infezione è necessario perché la nostra speranza di vita passa dalla scelta tra un mondo libero e sano o sanificato.

E la direzione è ovvia, e dipende solo da Noi e dal nostro impegno.

Il grande azzardo

giovedì, Settembre 23rd, 2021

alla sinistra che non c’è
a quella che gli basta governare che va tutto bene
a chi vuole la rivoluzione servendo le multinazionali del farmaco
a chi storce il naso per la green card, ma basta non parlare di vaccino perchè non si è tuttologi
a chi non è più niente perchè basta poter tornare al ristorante senza storie

COVID-19: IL GRANDE AZZARDO
Di fronte alla pandemia, abbiamo assistito dopo una prima reazione improvvisata e contraddittoria, ad un approccio che si è rivelato essere strumentale e supino ad indicazioni di organismi burocratico-tecnocrati fortemente influenzati e condizionati, a loro volta, da interessi di lobby economiche interessate alla monetizzazione del problema più che alla sua risoluzione.
Il panico, generato dall’impreparazione e favorito da un sistema sanitario (ingessato, baronale, privatistico), ha favorito indirizzi e protocolli non rivolti ad affrontare dal punto di vista delle buone pratiche mediche il virus, ma unicamente volti ad assecondare scelte rigide, eterodirette, finalizzate ad aprire la strada all’introduzione di vaccini di massa sperimentali (a prescindere dalla loro qualità) finanziati dagli stati ma brevettati dai privati, come unica soluzione possibile.
Si poteva fare questo solamente imponendo pesantissime regole d’emergenza (non per questo sempre giustificate) e cercando di dimostrare che non ci fossero alternative.

L’evidente e documentato ostracismo, dall’alto, verso ogni forma di cura immediata (sia per la prevenzione, sia in fase di insorgenza della malattia, sia in fase conclamata) ha dimostrato in modo inequivocabile la collusione tra apparato burocratico preposto alla gestione pandemica e gli interessi delle industrie farmaceutiche (e non solo) che puntavano a diventare referenti del “mercato” dell’emergenza. Rifiutarsi di vedere questo vuol dire rifiutarsi di leggere la realtà dei fatti.
Protocolli sanitari
Siamo partiti senza applicare la prima regola necessaria in casi simili: strutture ed equipe dedicate alla malattia infettiva isolate dal resto dei servizi come avvenuto in Cina, in aggiunta ad un forte monitoraggio e pronto intervento territoriale.
Abbiamo assistito all’immediata paralisi del sistema, al contagio nei reparti, nelle RSA e l’accumularsi di decine di migliaia di visite annullate o rimandate che sicuramente hanno causato il precipitare delle condizione di salute di molti malati. Anche questi morti indotti.
Abbiamo assistito a livelli di mortalità, soprattutto in Italia, molto alti e nonostante questo non si è provveduto a dare spazio a quegli esperti che proponevano, perchè conoscevano, protocolli atti a garantire un innalzamento delle capacità naturali del sistema immunitario, pratiche utili a contenere la malattia nelle sue fasi iniziali o in fase acuta. Si chiedeva la pronta applicazione (protocolli sperimentati per la sars-1 riproposti dal virologo francese Didier Raoult), e in alcuni casi la sperimentazione, di medicinali e pratiche che si sono dimostrate utili, ricevendo come risposta un
generale disinteresse nella catena di comando, disinteresse seguito da aperte denigrazioni,
boicottaggi ed espliciti divieti.
L’input era: la “vigile attesa” + ospedalizzazione dei casi che inevitabilmente si aggravavano.
Tutto questo ha comportato la morte di moltissime persone che potevano essere salvate. Non si sono inizialmente svolte indagini per capire come si sviluppava nel dettaglio la malattia e le esatte cause di morte. Pochissime autopsie, sconsigliate o vietate con motivi risibili vista la situazione.
Procedendo contro ogni logica di ricerca, si è blindata ogni attività su linee guida molto ristrette ed assolutamente inadeguate, impedendo di fatto ogni approccio complementare o alternativo a quanto si voleva imporre.
Abbiamo assistito a pazienti arrivare negli ospedali e giungere a morte in tempi brevissimi, mentre in altre situazioni, ove medici di base o strutture ospedaliere si erano strutturate in modo differente (prima che venisse loro impedito) la mortalità è risultata essere molto bassa, se non quasi nulla.
Oggi emergono valutazioni che fanno calare un’ombra oscura su quello a cui abbiamo assistito. Abbiamo assistito ad un approccio senza rigore di analisi, di valutazione e di giudizio, ove analisi, valutazione e giudizio non erano deliberatamente ricercati.


Le mancate cure
Sulle possibili cure (ostacolate) c’è ormai molta letteratura. Sull’ivermectina ad esempio, medicinale economico efficace in tutte le fasi della malattia e non pericoloso se correttamente dosato, ci sono più di 60 studi appropriati e migliaia di casi concreti. Di fatto, è molto difficile utilizzarlo in Italia. Altre sostanze (proxalutamide, fluvoxamine, povidone-iodine, budesonide, bromhexine, bamlanivimad, casirivimad-imdevimab, HCQ, nitazoxanide, colchicine, vitamina D, ecc – fonte c19early.com) e protocolli con più medicinali venivano proposti a livello internazionale
e da medici italiani.
La vicenda del divieto della preziosa Idrossiclorochina è emblematica. Prima hanno prodotto un falso studio per definirla pericolosa (è utilizzata da 70 anni) e inutile (scandalo Lancet 2020) e poi, dopo essere stati smascherati per il falso studio di discredito, non hanno cambiato politica continuando ad ostacolarla in modo energico.
Il mandante di questo linciaggio? Big Farm. Gli esecutori ? La catena di comando, tutta intera. La reazione a tutte queste proposte mediche (in evidenza già ad inizio 2020, alcune prima) è stata prima l’irrisione, poi ostracismo, boicottaggio, sino all’esplicito divieto.

La vicenda del lavoro del dott De Donno è emblematica. Sono arrivati ad insabbiare il protocollo proposto affidando la sperimentazione ad un istituto non preparato ed impossibilitato a svolgerla. Il risultato, cercato ed ottenuto, è che nessuna sperimentazione è stata avviata. Come non rendersi conto della violenza e della repressione, termine non esagerato, rispetto a tutti quei medici, ricercatori, scienziati che proponevano soluzioni non allineate agli ordini di scuderia ufficiali? A chi poneva osservazioni, dubbi o domande, sono arrivati richiami, pressioni intimidatorie e alcune radiazioni dagli ordini professionali.

Diffamazioni pubbliche, senza mai argomentare tale insensata violenza e ottusità entrando nel merito dei contenuti e delle proposte avanzate. Come non ascoltare premi nobel come Montagnier (rischia di aver ragione anche sull’origine del virus, che potrebbe non essere naturale), di incredibile esperienza quando mette in luce contraddizioni e pericoli legati ai protocolli utilizzati e sul vantaggio di quelli non utilizzati (come l’uso di vaccini BCG) ?
Come ignorare il lavoro del virologo francese Didier Raoult, tra i più prestigiosi in merito, minacciato da lobbisti delle industri farmaceutiche? O le ricerche del dott. Ryan N. Cole, anatomopatologo esperto sulla da lui dimostrata tossicità delle proteine Spike che circolano per settimane nel corpo dopo la vaccinazione, arrivando ad affermare
che è criminale vaccinare le giovani generazioni ?
D’altra parte la prassi della ricerca vorrebbe che per i vaccini sperimentali, perché di questo stiamo parlando, si dovrebbe applicare il principio “colpevole sino a prova contraria” in caso di reazioni avverse e non esattamente l’inverso come è accaduto e continua ad avvenire, ovvero “assolto ed efficace salvo prove contrarie” (che per interesse o inerzia colpevole non si cercano). O il lavoro del dott. Geert Vanden Bossche virologo indipendente ed esperto di vaccini che non è
contrario ai vaccini, MA al fatto che questi vaccini siano stati utilizzati in campagne di massa durante la pandemia, risultando quindi inappropriati e pericolosi, quali concausa della selezione delle varianti (non causa delle varianti, come vogliono mettergli in bocca, ma selezione). Tema rilanciato anche del medico Teresa Forcades che a sua volta cita il lavoro del dottor Peter McCullogh.
O le affermazioni del Dr. Michael Yeadon (ex vicepresidente di Pfizer che si è dimesso in contrasto con quanto accadeva) sull’impossibilità dei vaccini di funzionare con questi virus, non potendo impedire la neutralizzazione del virus (i governi hanno dichiarato il falso), riportando l’attenzione sul programma puramente commerciale delle case farmaceutiche che hanno già programmato i “richiami” periodici, senza neppure la necessità di studi di sicurezza clinica grazie alle coperture politiche e delle agenzie corrotte. Ha avuto modo di affermare (in riferimento ai vaccini e ai protocolli imposti) “Not One Of Those Things Is Supported By The Science”.
O la pubblicazione dei dott. Akiko Iwasaki e Yexin Yang (aprile 2020) che ricordano la possibilità dell’effetto ADE (per questi virus che per loro natura sono molto mutevoli), già riscontrato in passato in esperimenti per vaccini per la Sars-CoV e similari, ovvero che gli anticorpi specifici del vaccino inoculato si comportano come “cavalli di troia” per virus che si ripresentassero leggermente differenti, aggravando le conseguenze piuttosto che migliorandole.
Casi definiti rari, ma sarebbe dovuto essere un monito d’allarme molto serio per non procedere con
una vaccinazione di massa utilizzata nei fatti come sperimentazione al buio.
Nota: ora ci si premura di affermare che tale evenienza non si sia mostrata nelle vaccinazioni in corso, ma questo oltre a non assicurare nulla per il futuro, è la dimostrazione come tutto sia partito senza garanzie serie preliminari.
Quelli sopra citati sono tutti specialisti maniaci, fuori di testa in cerca di notorietà? Solo chi è in malafede può pensarlo. Insieme a loro centinaia di altri medici che vengono isolati dal “sapere ufficiale” con l’anatema del “novax” il nuovo simbolo d’infamia da cucire sulla casacca a chi mostra reticenza alla “verità rivelata”.
Pratica di repressione di antica origine, molto fascista/stalinista.
La domanda quindi è la seguente: perchè, in presenza di protocolli utili a prevenire e contenere gli effetti gravi del virus, si sta rischiando così tanto con una campagna vaccinale che è un terno al lotto tutt’altro che “scientifico”?
Si sta giocando con la vita di miliardi di persone solo per interessi economici e ottuso servilismo.
Un esempio su tutti della manipolazione in corso è la recente irrisione e diffamazione, su falsi presupposti, da parte della FDA (ente americano che ha autorizzato i vaccini in questione) contro l’ivermectina definendola solo un medicinale adatto ai cavalli e pericoloso per gli umani, partendo dalla vicenda di alcuni ricoveri di persone, che a causa della paura e delle mancate cure, avevano assunto senza l’ausilio di un medico medicinali veterinari contenenti quel farmaco.
Hanno usato dei drammi umani per diffamare un farmaco utile, ma concorrente. La prova provata di quanto siano deviati e devianti questi enti elevati a “dei protettori” dell’umanità.
Nota di interesse: l’ipotesi (dimostrata plausibile) che il virus sia sfuggito da un laboratorio di ricerca, invece di aprire un serio dibattito sulle regole di trasparenza e di controllo di questi centri, sembra aver infastidito anche chi cercava prove (il Covid) per dimostrare come il mondo, il suo ambiente, sia talmente compromesso da generare (partendo ad esempio dagli allevamenti intensivi, dall’inquinamento o dall’abuso di farmaci) le condizioni per un grave indebolimento dei sistemi immunitari e quindi l’insorgere, o il prevalere, di patologie una volta minoritarie sino all’insorgere di fattori pandemici. Constatazioni opportune ma che non vengono sminuite se il virus fosse frutto
dell’uomo, come già avvenuto diverse volte in passato, in quanto è una verità sotto gli occhi di tutti.
Gestione dei dati
Assistiamo ad un modo molto improprio di gestire i dati (che di per se sono sempre difficili da gestire) in una vicenda che risulta molto delicata. E’ parso subito tutto molto poco serio e credibile, sin dalla raccolta dei dati relativi a chi era deceduto “per Covid” o “con il Covid”, il numero delle infezioni, i valori percentuali, la relazione tra i dati e le pratiche nel mentre applicate, usandoli all’abbisogna solo in funzione del clamore mediatico o per sostenere idee che si volevano dimostrare o “far condividere” … tutto molto poco “scientifico”.
La fase di sperimentazione stessa dei vaccini rimane ancora oscura dal punto di vista dei dati e delle metodologie utilizzate. Di fatto si è deciso (qualcuno ha deciso in modo implicito) che la sperimentazione vera doveva essere quella della campagna d’uso di massa, MA non allestendo un serio e puntuale sistema di monitoraggio, d’indagine e verifica, la cosiddetta “sorveglianza attiva”, anche questo è stato omesso. Quindi niente sperimentazione. Uso diretto e fede cieca.

La stesso sistema di segnalazione delle reazioni avverse è risibile rimanendo spontaneo (studi hanno mostrato come in sistemi di monitoraggio simili solo il 6% delle reazioni avverse dei farmaci vengono segnalate – Hezell e Shakir 2006)
Piccoli fatti eclatanti: qualcuno a tavolino ha deciso che il mix di vaccini era auspicabile, oppure che prima si doveva servirlo molto freddo e poi bastava servirlo … anche in spiaggia, che si potevano e dovevano vaccinare anche i bambini senza che mai fossero stati inclusi nel protocollo di validazione del farmaco, che prima servivano solo due dosi e ora si parla di dosi senza fine, ecc.
I dati sono stati parte dell’azione di pressione mediatica, ma la qualità delle informazioni è l’altra faccia della medaglia da considerare. Un’unica domanda: come mai solo ora ci viene detto che i vaccini hanno efficacia a breve termine
e che non eradicano il virus permettendo la sua trasmissione e lo sviluppo della malattia?
Azzardo
In poche parole, tutto questo (vaccinazione di massa con prodotti sperimentali in piena pandemia) dal punto di vista sanitario, costituisce un azzardo per gli scenari che potrebbe aprire.

Probabilmente il più grande azzardo medico della storia dell’umanità visti i numeri in gioco. Tale azzardo, con la constatazione delle possibili cure impedite, si configura come un azzardo strumentale ad interessi puramente economici, e quindi risulta assolutamente ingiustificato e criminale. Nulla lo giustifica, di fronte ai rischi in gioco, neppure l’indimostrata riduzione della mortalità a breve periodo. Sono i destini dell’umanità nel lungo periodo che dobbiamo tutelare.
Cedere alla paura, alle false rassicurazioni, per incerti risultati nel breve periodo è egoismo. Queste paure sono state, come al solito, strumentalizzate per interessi.


Protocolli “sociali”
La scienza si basa sul confronto e l’evidenza dei fatti.

Questo palesemente è stato impedito e chi invocava la “scienza” in verità invocava la “pseudo-scienza” della coercizione. La reazione come detto è stata l’intimidazione, l’ostracismo, la denigrazione, le ritorsioni in campo lavorativo. Sospensioni, licenziamenti.
Medici costretti alla “clandestinità” per poter rispettare il Giuramento di Ippocrate. Per la vita civile e democratica abbiamo assistito alla stessa cosa. Non ci si può esporre se non si vuole subire emarginazione ed insulti.
La stampa come al solito non è imparziale e le notizie non vengono fatte circolare per autocensura o
per pressioni precise, molto forti ed incrociate.
Questo basterebbe come prova della degenerazione democratica in atto.
Ma il danno è più grave: si è giunti a far crollare degli argini che sino all’inizio della pandemia erano considerati inviolabili. L’uso, non necessario e per tempi prolungati, dello “Stato di Emergenza” è uno degli atti più gravi.
L’abuso del Green Pass, fuori dalle indicazioni europee, è un altro passaggio di particolare gravità non solo per i suoi palesi limiti – analisi giuridiche hanno infatti evidenziato la sua illegittimità mentre le sue funzioni sanitarie sono inesistenti – ma per la prospettiva che apre di patentini sanitari, l’obbligo di adesione a pratiche mediche o stati di buona salute, che possano segnare il destino dei cittadini.

Si pensi solamente alle complesse vicende della riservatezza delle informazioni mediche nel mondo del lavoro, gli aspetti assicurativi o del controllo impositivo dei propri stili di vita. Assistiamo a cori stonati (anche di ex operaisti) che predicano ed invocano la libertà di licenziamento per mancata vaccinazione, la legittimità di precludere servizi essenziali (come lo studio) in base allo status sanitario, il rendere normale l’obbligazione a pratiche medico sanitarie …
scaricando tutti i rischi e le responsabilità sui singoli (imposizioni senza responsabilità).
Il sistema che diventa padre padrone sui nostri corpi e sui nostri modelli di vita. Oggi per “necessità” pandemiche, domani per altre “necessità” o semplici convenienze. Che fine fa l’autodeterminazione (che è anche sanitaria) sancita dalla nostra Costituzione, dall’art. 1 della Carta delle Nazioni Unite e dall’art. 8 della Convenzione Europea Diritti dell’Uomo?
Si afferma che le azioni drastiche, pesantissime rispetto le limitazioni personali, erano necessarie per l’interesse pubblico. Abbiamo visto che questo non era, viste le alternative, del tutto vero e soprattutto questo poteva e doveva avvenire con modalità differenti, con livelli di coerenza differenti, in modo più mirato, senza azzardi.
La libertà che si invoca non è quella del fare “quel cavolo che ci pare”, ma di essere rispettati come cittadini ed esseri umani, e di non essere presi in giro, non essere cavie e merce di scambio nel supermercato della salute. E’ mancata la trasparenza, è mancata la coerenza, è mancata la proporzionalità delle azioni e la giustificazione dimostrata delle stesse.
Rimangono gli argini distrutti.
Nota. Lo Stato di Emergenza è servito solo per controllare i cittadini e non per incidere in modo diretto ed utile sul controllo delle speculazioni commerciali ed economiche legate alla pandemia, sul nicchiare delle strutture sanitarie private o su altri aspetti più strutturali e legati a vecchi vizi.
La vicenda dei DPI sanitari ne è un esempio. La mancata azione forte per realizzare strutture provvisorie, di emergenza, per la gestione della prima fase (come fatto in Cina) è un altro esempio, ma il più grande sono i miliardi di dollari che stanno facendo sulle nostre vite.
La sinistra
In Italia la sinistra (o pseudo tale) pare tra i cani da guardia più disciplinati di quello che è accaduto e accade. Incredibile e disarmante per chi si sente appartenere a quella famiglia culturale e politica. Il motivo? La paura? Basta per giustificare questa cecità? Forse è che la gestione (giustamente) è in mano allo stato (inteso come ente pubblico), o meglio pare esserlo, e la sinistra ha sempre creduto nel pubblico e ha sempre invocato l’intervento del pubblico per risolvere i problemi. Ad esso ci si affida.
Un mettersi a disposizione che è stato però un “abbassa la testa e tira” … come i somari. Non si è voluto vedere che questo stato (nella sua articolazione) è asservito a processi decisionali e procedure che a loro volta sono asservite e sono funzionali ad interessi che non sono quelli dei cittadini, della salute, dell’ambiente, ma quelli speculativi.
In questo caso l’emergenza sanitaria e in generale l’avere sempre più utenti (malati o sani che siano) a cui vendere comunque farmaci o servizi sanitari.
In questa emergenza il lavoro che si sarebbe dovuto fare era proprio quello di affrancare il pubblico da questi processi e procedure parassitarie, eterodirette, per ridisegnare lo stato a misura di cittadino e d’interesse pubblico.
Non riconoscerlo, non ammetterlo, fare di tutto per non vederlo dimostra la totale inadeguatezza di tutto il panorama della sinistra italiana. Alcuni sono consapevoli dei meccanismi di potere (reale), delle carenze e deviazioni del sistema sanitario, dei reali interessi in gioco manon riescono a concludere il discorso riconoscendo che ciò che è accaduto ed accade è proprio il frutto di quello stato di cose, che è esattamente ciò che loro affermano che non dovrebbe accadere e che li stanno accompagnando nel raggiungimento dei loro obiettivi.

Tacciono o peggio collaborano attivamente nel consolidare la menzogna, la coercizione e l’azzardo.
In questo modo difendono lo status quo e lo assecondano accodandosi al coro dei servi utili.

A.V. liberi in corpus liberi
fine estate 2021

L’Italia è una “repubblica” fondata sulla discriminazione

domenica, Settembre 19th, 2021

Ed ecco varcata un ulteriore meta nella corsa alla costante soppressione delle libertà personali che dall’inizio della narrazione pandemica vede una escalation senza apparenti limiti.

Alla già lunga lista di ricatti morali e materiali che il potere ha posto in essere per estorcere un consenso informato ai renitenti alla nuova eucarestia si aggiunge, dal 15 ottobre prossimo venturo, l’impossibilità di svolgere una qualsiasi professione in assenza del lasciapassare governativo.

Il definitivo funerale dello stato di diritto, che pur con tutti i suoi limiti aveva regolato la nostra società fino alla dichiarata emergenza pandemica, è stato annunciato dai suoi becchini con le modalità alle quali ci hanno oramai abituati.

Provvedimenti che vanno a ledere il diritto al lavoro di milioni di individui vengono emanati dalla sera alla mattina da un potere assolutista che non conosce opposizione né in parlamento, né tanto meno nelle parti sociali, grazie alla decennale deriva collaborazionista dei principali sindacati. Il nostro paese, abitato da un popolo in maggioranza bue e con una classe politica di quasi soli vili affaristi, offre le condizioni ideali per porre in atto esperimenti di ingegneria sociale, tesi al raggiungimento dello spesso citato grande reset. Per mesi abbiamo messo in evidenza l’assenza di fondamenti sanitari per queste strette liberticide.

Sappiamo di come i dati siano stati costantemente manipolati nella loro elaborazione e presentazione al pubblico, al fine di presentare sempre e comunque il peggior scenario possibile.

Sappiamo di come ogni terapia precoce sia stata denigrata e ostracizzata.

Sappiamo che lo stato mentre ci terrorizza con il cavallo di battaglia della possibile saturazione delle terapie intensive nulla ha fatto per aumentarne la capacità.

Sappiamo che i vaccinati si contagiano e contagiano, e che l’unico indicatore certo di immunità, ovvero il titolo anticorpale di un individuo, non è ammesso come base per ottenere il lasciapassare.

La lista dei paradossi potrebbe essere infinita, ma insistere sul piano logico/analitico, pur essendo sempre importante, non può rimanere l’unica via.

Per fermare questa deriva autoritaria ed impedire che la perenne emergenzialità diventi la nuova normalità, la disobbedienza civile deve fare da argine. Questo nuovo modo di governare, che ci trasforma palesemente in sudditi, se non viene fermato in tempo si farà schema costante, la questione dello pseudo vaccino in prospettiva è il dito e non la luna. In futuro il governo si riserverà di applicare gli stessi parametri, per imporci qualsiasi scelta a vantaggio dei potentati economici di cui è palesemente a libro paga, cavalcando altre emergenze che non gli sarà difficile alimentare (fra terrorismo, catastrofi ambientali, nuove pandemie alle quali già apertamente si insinua, vi sarà l’imbarazzo della scelta).

Nel 1931 su oltre 1.200 docenti universitari a cui si chiedeva di giurare per il partito fascista, pena la sospensione dal lavoro, solo in 12 rifiutarono. In pochi salvarono etica e principi, ma anche grazie a quello spirito, a distanza di poco più di un decennio, la resistenza italiana cercava di gettare le basi per una repubblica fondata sul lavoro e la dignità. Orwellianamente quei 12 docenti sono ora celebrati pure da una buona fetta della classe politica che in questo momento storico insieme all’abdicazione ai diritti fondamentali dell’individuo vorrebbe strapparci il consenso all’iniezione di una terapia genica sperimentale, che aldilà di non pochi effetti avversi immediati non offre alcuna garanzia sul medio lungo termine. Di fronte a tutto questo, che ognuno di noi resista, e porti avanti la sua battaglia sui luoghi di lavoro e nella società nei modi che ritiene più opportuni.

Siamo molti più di quanti ci vogliono far credere, e soprattutto siamo la parte migliore dell’umanità. La storia ci darà ragione.

A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?

lunedì, Agosto 16th, 2021

Il processo di sospensione a tempo indeterminato delle più elementari libertà collettive ed individuali, che da un anno e mezzo a questa parte ci sta aggredendo, viaggia ad una velocità tale da lasciar presagire l’imminente soppressione degli ultimi già risicati spazi di agibilità politica e di dissenso.

I presupposti per una società totalitaria e dell’ iper controllo sono stati rapidamente gettati, grazie alla strumentalizzazione politica di una crisi sanitaria, che ha portato ad uno stato di perenne emergenzialità, capace di far passare come inderogabili scelte sanitarie le più meschine decisioni politiche. Di scientifico in questa vicenda vi è unicamente la volontà di profitto e assoggettamento, portata avanti da gruppi finanziari il cui potere e giro di affari si sono talmente ingigantiti negli ultimi decenni da permetter loro di gettar la maschera, arrivando così alla manifesta intenzione di superare la democrazia rappresentativa per come è stata conosciuta in occidente.

La società civile, abilmente narcotizzata da decenni di TV spazzatura, e messa in crisi nei suoi legami concreti da un aumento esponenziale della vita digitale (è lì che bisogna ricercare le basi del distanziamento sociale che ora si cerca di imporre per decreto) sembra oramai in buona parte disposta ad accettare qualsiasi sopruso e digerire qualsiasi panzana.

Ed è così, che delle terapie geniche sperimentali, impropriamente chiamate vaccini, possono essere imposte a delle categorie di lavoratori in attesa di essere estese come conditio sine qua non per poter svolgere qualsiasi ruolo nella società.
Come detto di scientifico non vi è nulla. Si insiste a reti unificate parlando di una campagna di immunizzazione, tesa al raggiungimento di una fantomatica immunità di gregge, mentre persino gli svendutissimi enti preposti al controllo, come l’ Agenzia del Farmaco, ammettono candidamente che questi preparati genici non forniscono alcuna sterilizzazione dall’infezione ed hanno nella migliore delle ipotesi la capacità di impedire lo sviluppo della malattia in forma grave (risultato che potrebbe essere facilmente ottenuto seguendo i documentati protocolli del censuratissimo Comitato Cure Precoci Covid).

Questi presupposti avrebbero al massimo potuto giustificare la somministrazione a persone ritenute a rischio (la media di età riguardo la mortalità per/con Covid in Italia resta di 82 anni e concerne persone con oltre 2 serie patologie pregresse), ed invece si scatena una campagna di obbligo surrettizio a partire dai 12 anni. Facendo  criminalmente leva sull’introduzione di uno strumento discriminatorio che, in nome della libertà collettiva (sic), priva chiunque non intenda ricevere il sacramento di quelli che fino a poco tempo fà si consideravano inalienabili diritti. Chi si piega a questi ricatti ( rinunciando in oltre de facto con una liberatoria ad ogni possibile rivalsa in caso di danni subiti) credendo di uscire dalla gabbia si infila in una gabbia più stretta.

Per chi intende resistere è tempo di scendere nelle piazze, di unirsi in quella che non è certo una battaglia di categorie. L’ unico possibile argine a questa deriva autoritaria può essere la manifestazione di una sovranità popolare nelle strade e nei luoghi di lavoro, prossimo fronte caldo di uno scontro dove il sistema la fa già da padrone grazie all’ormai dilagante estensione di forme di precariato, che espongono il lavoratore a una indegna costante ricattabilità.

Queste mobilitazioni devono essere accompagnate da una costante campagna di sensibilizzazione con chi ci circonda.

Il passaparola popolare sta rendendo manifesti i numerosi effetti avversi più o meno gravi legati a questi preparati genici, ovviando alla censura mainstrem, e oramai la gran maggioranza conosce direttamente qualcuno che può farne testimonianza. Riguardo il medio lungo termine l’incognita è totale.

La speranza è che persino gli individui più acritici un giorno si rendano conto di essere trattati come polli in batteria.
La terza dose si profila all’orizzonte. Ne seguirà una quarta….

I loro numeri e le lettere greche possono tenerci compagnia per lungo tempo. Per chi non si accontenta di una mera sopravvivenza biologica è tempo di dire basta.
Fino a quando saremo disposti a tollerare tutto questo??

Morte accidentale di un medico

sabato, Luglio 31st, 2021

Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l’uno dall’altro e non vivono soli… a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto.

Orwell, 1984

Martedì 27 luglio è stato rinvenuto nella sua abitazione di Eremo di Curtatone il corpo senza vita del Dott. Giuseppe De Donno. Esce di scena senza far troppo rumore sui media nazionali una figura rivelatasi molto scomoda per il pensiero unico del terapeuticamente corretto.

A poco servirebbe speculare chiedendosi se il padre della cura al plasma iperimmune contro il Covid si sia effettivamente suicidato o sia stato suicidato; si rischierebbe, visto i pochi elementi a disposizione, di smarrirsi in ipotesi che darebbero adito ad accuse di complottismo perdendo di vista il nocciolo della questione.

La procura di Mantova ha aperto un’inchiesta per valutare eventuali responsabilità di terzi per istigazione al suicidio. Noi, e con noi chiunque ancora possa fare un uso lucido e logico del pensiero, non dobbiamo attendere la chiusura di quelle indagini per poter dire a voce alta che si, l’ex primario del Carlo Poma di Mantova ha subito pesantissime pressioni finalizzate a gettar discredito sul protocollo di cura messo a punto da lui e dalla sua equipe.

La cura con il plasma iperimmune, ottenuto con il sangue dei guariti, che pure aveva dato inequivocabili ottimi risultati nella sperimentazione da lui condotta (all’ospedale di Mantova su una cinquantina di pazienti trattati, tutti già con forti insufficienze respiratorie, l’esito di guarigione era stato del 100%) è stata metodicamente censurata.

Un primo segnale intimidatorio per De Donno arrivò a inizio maggio 2020 manifestandosi con la visita del NAS dei carabinieri nel suo reparto del Carlo Poma. Nel frattempo prendeva forma una indegna campagna di denigrazione mediatica, con tutti i virologi da salotto pronti ad ogni sorta di acrobazia per gettare dubbi e fango sulla proposta terapeutica portata avanti da De Donno e sulla sua persona. Le comparsate televisive del medico mantovano, dopo un primo fugace momento di visibilità, cominciarono a scivolare in terza serata fino a scomparire. Le sue pagine sui socials, che sin da subito sin sono prodigati per la costruzione del dogma pandemico, vennero a più riprese oscurate. L’Agenzia Italiana del Farmaco e l’Istituto Superiore di Sanità, celermente privarono il Carlo Poma dell’autorizzazione a continuare le sperimentazioni; che furono assegnate a Pisa senza alcuna apparente logica, se non quella di insabbiarle, cosa che puntualmente si è verificata. La narrazione pandemica era agli albori, ma già si parlava di vaccino come unica possibile via di uscita; i miliardari profitti all’orizzonte, e le nuove forme di controllo sociale legate all’emergenza permanente non potevano in nessun modo essere minati dal manifestarsi di cure efficaci, per giunta con il terribile difetto di costare pochissimo.

Poche settimane orsono De Donno ha deciso di dimettersi dal ruolo di primario di Pneumologia dell’ospedale mantovano, per esercitare come medico di base. Oltre alle pressioni ricevute, probabilmente avrà giocato un peso decisivo in questa sua scelta, la raggiunta consapevolezza che oramai in quel ruolo ogni via per una medicina onesta e libera dalle logiche del profitto gli era preclusa. Chissà quale possa essere stato il suo stato d’animo dopo aver appreso che l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha da ottobre 2021 approvato l’utilizzo di cinque cure contro il Covid, quattro delle quali basate sull’utilizzo di anticorpi monoclonali.

In parole povere una riproduzione sintetica in laboratorio degli anticorpi presenti nel plasma iperimmune.
De Donno amava dire che la sua cura era democratica in quanto il popolo donava al popolo (provate ad immaginare quale enorme campagna di solidarietà si sarebbe potuta scatenare per riempire le banche del plasma). La terapia con gli anticorpi monoclonali costerà invece circa 2.000 euro a trattamento. Chi ancora non ammette che la sanità nelle mani del neoliberismo, non punta alla cura del paziente ma a quella del fatturato o è ignorante o è in malafede.
Gli attori che ci stanno trascinando in questo baratro non hanno sulla coscienza solo il Dottor Giuseppe De Donno; sono anche i responsabili materiali della morte di migliaia di persone che potevano essere facilmente curate.

Unica via di uscita la mobilitazione popolare di chi ancora conserva dignità umana; la resistenza attiva da contrapporre alle richieste di resilienza del sistema. Nella speranza che un giorno la Storia possa chiamare la gestione di questa parabola pandemica con il suo vero nome: crimine contro l’umanità.

 

Le risposte di De Donno al Senato (14-05-2020).

Inizierò con la domanda più frequente. Perché Pisa?

Non lo so e sono sconcertato.
Qualsiasi città lombarda andava bene. Non venitemi a dire che la Toscana si è organizzata meglio perché parliamo di cose scientifiche e non politiche. Io non voglio nessun merito, i meriti sono di Baldanti, Franchini e Perotti. Pisa non è in grado, ma perché noi siamo stati colpiti in modo forte, mentre il loro protocollo riguarda cinque regioni che non sono state colpite. Che non mi vengano a dire che si tratta di motivazioni scientifiche perché non ci credo. Per quanto riguarda la diffusione mediatica, devo dire che noi siamo stati relegati da subito in seconda fascia, alle 23.50, mentre il solito virologo che ha detto tutto e il contrario di tutto era onnipresente in prima fascia, probabilmente anche pagato. Sarei molto interessato a sapere questo, perché uno scienziato che viene pagato non è uno scienziato credibile.
Io ho chiuso la libera professione all’inizio di tutto questo, con grossi danni personali, ma va bene perché la scienza è di tutti e noi siamo dei missionari.

Ora le risposte sul piano clinico: stiamo avviando gli studi di follow-up perché molti pazienti colpiti duramente potranno sviluppare delle fibrosi polmonari. Lo vedremo con il tempo. Posso dirvi a pelle che i pazienti che hanno fatto il plasma hanno meno esiti a livello polmonare. Altra domanda frequente è stata sulla disponibilità del plasma per tutti.

Siamo stati in guerra finora e dobbiamo avere le banche del plasma, e per questo mi sono scagliato contro chi mette dubbi in testa ai cittadini. Il nostro sistema trasfusionale è il più sicuro al mondo, e poiché abbiamo moltissimi guariti potremmo avere plasma in grandi quantità. Noi non siamo contrari al vaccino ma ci vorrà tempo, un vaccino fatto in
tre mesi non lo farei mai. Il vaccino previene ma non cura.
Per curare dobbiamo avere un’arma, e l’unica che abbiamo come proiettile magico è il plasma iperimmune. Sulle caratteristiche dei pazienti noi sappiamo che i pazienti in rianimazione rispondo di meno, ma è normale, perché in quella fase i danni sono molto forti. Sulle caratteristiche dei donatori, possono donare tutti i guariti. Dipende dalla
quantità di anticorpi neutralizzanti che il virus ha prodotto nel guarito donatore. Ecco perché facciamo i test di neutralizzazione. Ho utilizzato sieri più o meno concentrati di immunoglobuline con ottimi risultati. Sulle banche del plasma deve aiutarci la politica. Deve coordinare, noi dobbiamo fare gli scienziati. Zaia ha già fatto un percorso di implementazione delle donazioni, con clip che ha mandato in giro in tutta la regione. La Lombardia si sta adoperando, e sono moltissimi i protocolli che stanno nascendo nel mondo, uno di essi arruolerà cinquantamila pazienti. La scienza è una, il ministro della salute non deve mettere gli scienziati uno contro l’altro.

Non esiste colore nella scienza. Tutti salgono ora sul carro del plasma, ma va benissimo. Che tutti usino il plasma.

Winston

Verso il totalitarismo tecnosanitario

domenica, Luglio 25th, 2021

Senza volerci autoincensare, attribuendoci il ruolo di inascoltate Cassandre, dobbiamo comunque, in incipit a questo ulteriore pezzo sulla narrazione pandemica, far notare che gli sviluppi degli ultimi giorni altro non fanno che confermare appieno le analisi e le ipotesi portate avanti su questo blog già dalla primavera 2020.
L’ampliamento delle libertà negate in assenza del così chiamato Green Pass, segna un ulteriore
accelerazione verso la piena manifestazione del fenomeno con cui siamo chiamati a confrontarci.
La pressione monta ulteriormente verso chi scelleratamente ancora si ostina a ritenersi padrone del proprio
corpo e non intende bere dal calice del salvifico Graal vaccinale.
A poco servono le obbiezioni riguardanti la sperimentalità del trattamento, la totale assenza di conoscenza
riguardo possibili effetti avversi a medio e lungo termine.
A nulla serve appellarsi alla costituzione, a Norimberga, a Oviedo.
Lo Scientismo dilaga e rinnegando ogni forma di dibattito asfalta le basi proprie della Scienza medica.
I principi di dimostrabilità e confutazione, di precauzione (primum non nocere) vengono sepolti sotto il
peso del nuovo pensiero magico. Il vaccino innalzato al livello di sacramento eucaristico dal primo giorno di
narrazione pandemica è l’unica soluzione per uscire da questa pandemia.
Lo Scientismo non ha bisogno di dover spiegar nulla, nemmeno come sia possibile che i dati di “infezioni” e
ospedalizzazioni siano peggiori quest’anno in Italia con un 50% della popolazione vaccinata rispetto allo
stesso periodo dell’anno scorso senza vaccini, oppure perché i numeri relativi alle “nuove varianti” abbiano
maggiore incidenza proprio nei paesi che più di tutti hanno vaccinato (Israele ed Inghilterra).
Lo Scientismo diviene pensiero unico grazie ad un fuoco di copertura mediatico senza precedenti. Per fare
solo un esempio nonostante fonti ufficiali e pubblicamente consultabili, vale a dire EudraVigilance
(UE,SEE,Svizzera), Mhra (Regno Unito) e Vaers (USA), abbiano registrato più lesioni e decessi correlati alla
vaccinazione dal lancio dei preparati “anti Covid” rispetto a tutti i vaccini precedenti messi insieme fin
dall’inizio storico delle registrazioni, no vi è di ciò menzione alcuna sulla stampa ufficiale.
Non esiste alternativa, chi parla di cure precoci, di necessità di tornare ad investire nella sanità, chi mette in
dubbio l’efficacia e il rapporto costo-beneficio del siero salvavita, per quanto eminente fosse nell’era ante
pandemia, ora deve tacere.
Immediata viene richiesta pubblica abiura. Esemplificativo il caso di Crisanti che dopo aver dichiarato a fine
novembre scorso: “con i dati attualmente a disposizione non mi vaccinerò” a distanza di pochi giorni
rinnegava satana offrendo il braccio in diretta televisiva.
Per chi invece sceglie di non abiurare e si ostina a chiedere trasparenza e dibattito la condanna è
l’ostracismo, la gogna mediatica, i provvedimenti disciplinari ove possibile. Forse in un giorno non lontano il
rogo purificatore.
Molti fra coloro che non erano stati piegati al vaccino da mesi e mesi di puro terrorismo mediatico sul
Covid, si stanno prestando ora alla condizione di cavie umane spinte dalla negazione di elementari diritti
civici e dell’individuo.
Costoro non percepiscono che piegandosi a questi meschini ricatti si infilano in una gabbia più stretta della
precedente; verranno peraltro presto scatenati come massa critica verso chi ha deciso di non uniformarsi,
giocando su una polarizzazione che porta al divide et impera.
Non si illudano costoro, ubbidendo a testa bassa il risultato sarà catastrofico, e questo emergenzialismo che
si autoalimenta non finirà mai. Basti pensare ai nuovi criteri annunciati per i colori delle restrizioni nelle
regioni, con soglie da giallo con 10% delle rianimazioni occupate (si noti che nell’ultimo decennio per tutta la stagione influenzale in Italia si è viaggiato ad una media del 70% delle intensive occupate, soprattutto a
causa di costanti tagli operati dai filantropi che ora vogliono salvarci la pelle ad ogni costo). In pratica al
Molise, con 39 letti posti in terapia intensiva disponibili basteranno 4 ricoverati per far scattare l’allerta.
In altri termini questo significa fine emergenza MAI.
Solo rifiuto e resistenza di una parte consistente della popolazione potrebbero spezzare la spirale
emergenziale e ottenere un cambio di paradigma. Un esempio concreto è il risultato della milionaria
manifestazione di Londra del 26 Giugno scorso che ha portato in pochi giorni a un ribaltamento del discorso
governativo; con un nuovo ministro della sanità che definisce la terribile variante Delta poco più di un
raffreddore con cui bisogna convivere, e ammette che obbligando il sistema sanitario a trascurare ogni altra
patologia in nome della lotta al Covid si è ottenuta una catastrofe ben maggiore.
Altra prova di quanto la resistenza paga è la notizia, di queste ore, che per il personale sanitario del Veneto,
le sospensioni dal servizio per il personale non vaccinato (primo caso di obbligo di categoria al mondo)
saranno congelate; se confermate avrebbero infatti comportato lacune negli organici (già stringatissimi) tali
da non poter garantire il funzionamento del servizio sanitario.
Fronte al clima di assedio contro chi non intende cedere al ricatto, che già assume a livello semantico i
connotati di una operazione militare (si parla apertamente di disertori a cui dare la caccia, di renitenti da
stanare) urge una presa di coscienza a cui faccia seguito resistenza costante ed attiva.
Un regime totalitario prende piede passo dopo passo attraverso un climax di provvedimenti restrittivi e
repressione. Gli stessi italiani del secolo scorso si trovarono proiettati nel fascismo attraverso una spirale di
eventi che non possono essere colti dalle masse mentre li si attraversa. Solo la liberazione e la successiva
storiografia hanno in parte messo a nudo la tirannia del ventennio.
Per chi come noi dall’esperienza storica della resistenza trae ispirazione e linfa vitale, è doveroso farsi
sentire nelle piazze, superando anche i mal di pancia dovuti alla probabile copresenza di figure che
appartenenti al milieu opposto e contrario.
La vergognosa attitudine della sinistra istituzionale (e purtroppo non solo) che si fa carnefice delle più
elementari libertà di un popolo, lasciando paradossalmente l’estrema destra sul piedistallo della difesa dei
diritti dell’individuo; lungi dal rappresentare un ostacolo, questo deve essere per noi ulteriore stimolo a
portare i nostri contenuti, smascherando populismi e false propagande tese a fornire false soluzioni al
problema.
Ancora una volta ribadiamo che quella in atto è la strumentalizzazione di una emergenza sanitaria
(ingigantita mediaticamente e alimentata da decenni di tagli alla sanità pubblica e alla medicina del
territorio) tesa a legittimare una stretta autoritaria imposta dall’oligarchia finanziaria dominante.In altre
parole lotta di classe dall’alto. Per questa ragione l’unica nostra risposta valida per la difesa delle nostre
libertà e dei nostri corpi sarà lotta di classe dal basso.
Muovendo dal presupposto che sono finiti i tempi in cui si è vissuto sulla rendita di lotte passate, portate
avanti con il sangue da precedenti generazioni.
Gli spazi di agibilità civile e politica che quelle lotte hanno generato, e che hanno permesso a molti di
simulare conflitto negli ultimi 40 anni, possono dirsi esauriti. Chi sceglierà ancora una volta di schierarsi e
battersi per il futuro nostro e delle generazioni a venire ancora una volta dovrà farlo con molti concreti
sacrifici sul proprio corpo; e per come stiamo messi ora, la strada sarà lunga, tortuosa e gli esiti incerti. Ma
come ben sappiamo chi non lotta ha già perso, e in qualche modo è già morto.
Winston

Estate (ricreazione) 2021.

Tempi moderni. Tempi di pandemia.

venerdì, Maggio 14th, 2021
Ciò che – già prima della pandemia- si stava rivelando sempre più efficiente era ed è la struttura repressiva.
Innumerevoli gli atti volti a spegnere qualunque forma di dissenso sul nascere:
In primis la super diffusione della paura nella gente;
Le tecnologie militari come il teaser: considerato non letale e perciò spesso visto  sostituito ai richiami verbali. Nonostante siano molti i casi di morti successive ai forti shock;
Gente -pronta in qualsiasi momento!- a chiamare un autorità che intervenga per far rispettare il DECORO! Nel caso qualcun* esca dagli schemi e dagli standard di una normalità sempre più fumosa;
Paura e intolleranza diffusa tiene in piedi tutto ciò.
Psicofarmaci vengono assunti in forma privata, nelle carceri, nei cpr, nei cie,  rems, spdc, crt come non mai!
per sedare la gente e tenerla buona! Dove finisce l’essere umano?
Numerosi sono i casi di Trattamento Sanitario Obbligatorio, dove la leggenda dello psicoreato assume le sue sembianze complete nella realtà.
Se una persona soffre e magari arriva all’esaurimento nervoso è triste sapere che se non ha dietro una rete d’aiuto, conoscenze, amicizie sincere e persone solidali, può finire nei guai.
A chiunque può capitare un periodo difficile della vita. Per qualcun* se non ascoltat* può significare morte.
Reparti, carceri, cie fanno da anni vittime.
Tutt* possiamo avere dei problemi come tutt* purtroppo in una sventura possiamo subire l’abuso da parte della divisa e delle istituzioni.
 La rete capillare repressiva è riuscita ad arrivare a tutte le età, a trovare problemi che prima non venivano nemmeno considerati (vedi i disturbi dell’attenzione).
I numerosi ricorsi a misure speciali – tra gli ultimi casi la richiesta di sorveglianza speciale per Boba a Torino: gli inquirenti argomentano reputando inneggianti alla rivolta alcuni versi, citati da un personaggio del libro che avrebbe scritto “Io non sono come voi”.
Si criminalizza il pensiero e ciò è inquietante.
Per non trovarsi soli o sole ad affrontare questo presente è necessario e fondamentale crearsi appunto una rete di amicizie o collettivi che possa rimanere unita di fronte alle situazioni. Molto spesso, dove non ci sono testimonianze e solidarietà attiva, può finire veramente male per un individuo. Un clamoroso silenzio dona ancor più potere a queste lorde mani dominanti.
Gli esempi di abusi di potere purtroppo sono innumerevoli.
Nessun* deve più finire come Francesco Mastrogiovanni, morto dopo un tso, nell’ignoranza e indifferenza, legato al letto. Come spesso accade in molti reparti dove vigono tutt’ora protocolli di contenzione meccanica al letto o l’elettroschock, ora chiamato “terapia elettroconvulsionante con pre sedazione”.
Come la sorte di Andrea Soldi, morto durante il procedimento di ricovero coatto in un parco di Torino, strozzato dai vigili urbani attivati dopo la segnalazione del padre alla mancata presenza al richiamo farmacologico perchè per far partire un tso basta una qualsiasi segnalazione)
Scegliamo veramente ciò che è meglio per noi, lottiamo senza cedere, stando attenti e critici con ciò che ci circonda.
Non sentiamoci intoccabili (non è così!)
facendo barricate
 contro il NULLA
-guidato dal soldo,
dal virtuale
e dai neurolettici-
che avanza…
Angelo

Dacci oggi il nostro tampone quotidiano “dal basso”

giovedì, Aprile 29th, 2021

Con la prorompente irruzione di quella che sin dagli albori della narrazione pandemica il potere ha iniziato a chiamare “Nuova normalità” stiamo assistendo, da oltre un anno, all’accelerazione di processi che erano in essere da decenni ma che, grazie all’emergenza sanitaria stanno avendo pieno compimento.

Parliamo della spersonalizzazione e atomizzazione dell’individuo, sempre più slegato dalle maglie del tessuto sociale, già sfilacciate da decenni di neoliberismo, ed ora definitivamente strappate dalle logiche del distanziamento sociale per decreto e della digitalizzazione dell’esistenza.

Dell’ ulteriore gerarchizzazione dei rapporti sociali, con la comparsa di una nuova casta sacerdotale che in camice bianco pontifica a reti unificate sull’evoluzione della pandemia, dicendo tutto ed il suo contrario, avendo come unici capisaldi la proiezione di scenari apocalittici, lo scarico costante di responsabilità verso i cittadini/sudditi, che con i loro irresponsabili comportamenti minano la lotta all’epidemia, e la fede messianica nel nuovo dogma: solo il vaccino potrà tirarci fuori da questo pantano.

Della definitiva militarizzazione della società, attraverso l’utilizzo di un vocabolario da stato di guerra e l’introduzione di misure proporzionali come il coprifuoco, i lasciapassare, la censura. Non è un caso se attualmente il commissario all’emergenza sia un generale che fu a capo delle forze Nato in Kosovo e del contingente nazionale in Afghanistan.

Dell’incedere inarrestabile di un nuovo pensiero unico che non accetta dubbi (ne basta uno e si diviene d’ufficio negazionisti), e meno ancora resistenze, tanto da spingersi ad imporre, momentaneamente “solo” alla categoria dei sanitari, l’obbligo di sottoporsi ad un trattamento sanitario sperimentale, che viene impropriamente definito vaccino, ma che in termini appropriati altro non è che terapia genica.

A breve i nostri spostamenti, e la possibilità di svolgere determinate attività (non ci vuole un indovino per sapere che sarà un climax) saranno definitivamente subordinati all’adesione ad un passaporto sanitario, e si intravede già sullo sfondo la destinazione prossima ventura: un comodissimo microchip sotto pelle in grado di rassicurare noi stessi e chi ci circonda riguardo il nostro stato di salute.

Questo scenario, che dovrebbe far rabbrividire anche il più benpensante dei democratici, pare non allarmare i “compagni” di Radio Onda d’Urto che, dal canto loro, per tutta risposta a questo clima d’assedio contro le più elementari libertà individuali, hanno organizzato una giornata di screening anti-Covid con tamponi rapidi gratuiti o “sospesi”, “dal basso”.

Tralasciando la controversa affidabilità dello strumento, squalificato da una grossa fetta della comunità scientifica (quella che non vedrete mai sui teleschermi), ci chiediamo a che risultati possa portare tale iniziativa.

Aderire attivamente al nuovissimo paradigma che ci vuole “non sani” fino a prova contraria, può portare esclusivamente all’amplificazione numerica di quei dati che da mesi, sbattuti in pasto all’opinione pubblica, servono ad alimentare quel clima di paura e diffidenza verso il prossimo, necessario al potere per avanzare senza resistenze sul cammino di totale dominio intrapreso.

La caccia al portatore asintomatico di un virus , senza precedenti nella storia della medicina, conduce alla determinazione di numeri che nulla significano (oltre che al forzato isolamento domiciliare di persone sane). Mediamente il 95% dei nuovi positivi giornalieri sono asintomatici e la carica virale che veicolano è talmente bassa da non poter determinare un contagio, ma solo ulteriore diffusione asintomatica, esattamente quanto di più auspicabile per poter arrivare a coesistere con questo nuovo virus, come del resto la specie umana ha fatto con migliaia di suoi simili . Un concetto quello della non contagiosità degli asintomatici esposto qualche mese orsono in una conferenza stampa persino dal responsabile tecnico dell’OMS Maria Van Kerkhove (dichiarazioni poi nebulosamente ritrattate il giorno seguente).

Senza il principio cardine centrato sulla pericolosità dell’asintomatico, tutta la narrazione pandemica crollerebbe dalle fondamenta . Quindi si continua dogmaticamente ad insistere sull’effettuazione di oramai quasi 400 mila test giornalieri, utilizzando poi in laboratorio per i molecolari cicli di amplificazione esasperati (quanti esattamente non ci è dato sapere ma pare si aggirino fra i 35 ed i 40, nonostante lo stesso brevettatore abbia indicato che oltre i 25 cicli perdano qualsiasi valore diagnostico) per arrivare a determinare decine di migliaia di “positivi” giornalieri. E’ evidente che modulando i cicli di amplificazione , su cui non esiste alcuna trasparenza ed informazione, si può arrivare facilmente a determinare l’andamento dei dati a proprio piacimento.

A tal proposito dovrebbe farci riflettere il passaggio repentino della Sardegna da zona bianca a zona rossa poche settimane fa dopo l’arrivo degli ispettori del ministero.

L’Italia ha al momento investito quasi 4 miliardi di euro in quest’opera di screening di massa, cifra che avrebbe potuto garantire la costruzione di 7 ospedali di grandi dimensioni (a tal proposito ricordiamo che il sistema sanitario italiano è in affanno da ben prima del COVID, grazie a tagli di oltre 20 miliardi in dieci anni, operati dalla stessa classe dirigente che ora ci vuole salvare la pelle ad ogni costo).

Invece di ingrossare questa filiera, meglio farebbero i “compagni” della Radio a mobilitarsi per la battaglia sulle cure a domicilio, ed appoggiare attivamente quei medici di base che da mesi si battono per poter curare in scienza e coscienza con protocolli certificati dai successi avuti sui loro pazienti, senza doversi attenere alle deleterie indicazioni del Ministero della Sanità, ferme da mesi a tachipirina e vigile attesa.

Gli anticorpi contro la narrazione mainstream, dovrebbero essere garantiti nell’ambiente Radio ed affini da una semplice analisi marxista dei fenomeni. Nel processo totalitario in corso , che noi riteniamo un evoluzione della lotta di classe dall’alto non è difficile constatare chi si stia esasperatamente arricchendo e guadagnando posizioni di potere. Basterebbe dare un occhio ai fatturati delle 10 più grandi multinazionali al mondo durante il periodo pandemico (fra loro vi sono anche le entità che erogano oltre l’ 80% dei finanziamenti di organi ritenuti indipendenti come OMS e AIFA).

Senza questi anticorpi si rischia di accettare acriticamente qualsiasi consegna, lanciandosi in attività che non sono in assoluto di interesse popolare (inteso come classe) .

Arrivando ad emulare quei socialisti che chiedevano a gran voce l’intervento italiano durante la prima guerra mondiale, in nome di un bene comune e superiore chiamato Patria ( è noto a tutti come andò a finire per i proletari italiani, e quale figura di spicco del novecento emerse fuoriuscendo poi da quella corrente).

Perché arrivati poi a questi livelli, “dal basso” diviene solo indice della profondità dell’abisso conformista in cui si è precipitati.

Winston, Aprile 2021.

 

Foto 1: 2 soldati e un equino con maschera antigas durante la prima guerra mondiale.

Foto 2: tratta dall’articolo BRESCIA108 TAMPONI DI CUI 4 RISULTATI POSITIVI. IL BILANCIO DELLA GIORNATA DI SCREENING DAL BASSO del 17.04.2021 sito radiondadurto.org

venerdì, Febbraio 26th, 2021